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Il razzismo incide sulle prestazioni dei calciatori: gli africani i più penalizzati (El Mundo)

Uno studio dell’Università di Trento condotto nella Serie A 2019/20 (quella della pandemia) ha dimostrato che si gioca meglio senza spettatori, applausi o insulti

Il razzismo incide sulle prestazioni dei calciatori: gli africani i più penalizzati (El Mundo)
Ci Napoli 30/03/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Atalanta / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Juan Jesus napoli in ginocchio razzismo

El Mundo ha ripescato uno studio condotto dall’Università di Trento da tre professori italiani, Mauro Caselli, Paolo Falco e Gianpiero Mattera, durante il Covid, sull’incidenza del razzismo nelle prestazione dei calciatori.

Durante la pandemia infatti, i campionati europei (compresa la Serie A) si sono fermati e sono poi ripartiti con gli stadi vuoti. I ricercatori hanno quindi avuto la possibilità di analizzare due situazioni completamente opposte: le partite con gli stadi pieni e quelle con gli stadi vuoti. I risultati sono piuttosto chiari.

Razzismo, i giocatori africani senza pubblico giocano molto meglio

El Mundo riassume così lo studio:

Dopo la pandemia, tre ricercatori dell’Università italiana di Trento, Mauro Caselli, Paolo Falco e Gianpiero Mattera, hanno capito che era un momento unico per rispondere a una domanda impossibile: in che modo il razzismo influisce sulle prestazioni dei calciatori neri? Per la prima volta potevano confrontare partite della stessa stagione con e senza tifosi e indovinare se giocavano meglio a stadi pieni o vuoti. Hanno raggruppato tutte le statistiche della stagione di Serie A 2019-2020 presenti nel database Opta, hanno aggiunto i propri dati – la difficoltà delle partite, ad esempio – e grazie all’algoritmo Alvin482 hanno creato un indice oggettivo per analizzare le loro prestazioni. La conclusione è stata molto chiara: senza spettatori, applausi o insulti, i giocatori italiani hanno mantenuto il loro livello, quelli di origine europea hanno giocato leggermente peggio (0,036 punti in meno), i sudamericani sono migliorati timidamente (0,012 punti in più) e i giocatori africani hanno davvero ha brillato (0,153 punti in più)“.

I neri sono in svantaggio per il colore della loro pelle

El Mundo continua riportando le parole di David Peris, presidente della Federazione Spagnola di Psicologia dello Sport, che conferma lo svantaggio competitivo per il semplice fatto di essere neri. Persi sottolinea come:

«Il calciatore è normalmente disumanizzato e la rivalità sportiva serve come argomento per qualsiasi cosa. Se lo carichi di umanità evita di soffrire. Se è il contrario, puoi insultarlo. Ma quell’ostilità non deve più essere tollerata, questi comportamenti devono scomparire dalle tribune».

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