ilNapolista

De Sica: «Papà voleva che imparassi a fare a pugni, veniva a casa un ex boxeur, ma fu tutto inutile»

Alla Gazzetta: «Tifava Napoli, e lo seguiva più che poteva. De Laurentiis mi fece fare il giro dello stadio quando comprò il Napoli»

De Sica: «Papà voleva che imparassi a fare a pugni, veniva a casa un ex boxeur, ma fu tutto inutile»
archivio Image / Spettacolo / Christian De Sica / foto Insidefoto/Image

Christian De Sica, intervistato dalla “Gazzetta dello Sport“, parla della sua poca conoscenza del calcio e di come i contatti più pratici con questo sport siano avvenuti grazie a Maradona.

Davvero non ha mai tirato due calci a un pallone?

«Mai nella vita. Anzi, una volta sì. E giocai con Maradona».

De Sica racconta la sua esperienza.

«È stato proprio per il trailer di “Tifosi”. Ero con Diego fra un ciak e l’altro ci ha fatto vedere cose pazzesche. Uno show per pochi eletti. Abatantuono, Boldi, Iacchetti, Mattioli e Nino D’Angelo, tutti contro Diego su un campo di calcio a cinque. Lui era davvero un genio, col pallone tra un ciak e l’altro ci ha fatto vedere cose pazzesche. Uno show per pochi eletti, sono stato fortunato».

De Sica: «De Laurentiis mi fece fare il giro dello stadio quando comprò il Napoli. L’atmosfera dello stadio è sempre magica»

Ha visto anche lo spettacolo dei tifosi del Napoli dal campo.

«Per trent’anni ho avuto come produttore Aurelio De Laurentiis. Quando comprò il Napoli mi fece fare il giro del San Paolo con lui, devo ammettere che l’atmosfera dello stadio è sempre magica, porta con sé emozioni che colpiscono anche chi come me non mastica calcio. Anche per questo mi piaceva molto il Franchi, sei vicinissimo ai giocatori, un’esperienza molto bella che fa la differenza con altri stadi importanti come l’Olimpico di Roma».

Nessuna attività fisica neanche da bambino?

«Da ragazzino ho fatto pugilato. Mio padre faceva venire a casa Edoardo Piacentini, un ex boxeur, perché voleva che io e mio fratello (Manuel, compositore scomparso dieci anni fa, ndr) facessimo a cazzotti e imparassimo a difenderci. Per un paio d’anni lo abbiamo seguito, poi abbiamo mollato».

E ha imparato qualcosa?
«Macché… io sono quello che scappa!».

A suo padre il calcio piaceva?

«Moltissimo. Era tifoso del Napoli e lo seguiva più che poteva. Erano gli anni delle radio, ricordo ancora gente al cinema con la radiolina legata con lo scotch all’orecchio…».

Beh, questo Napoli – tra Maradona, De Laurentiis e suo padre – ricorre.

«Ma sì, infatti sono stato molto contento dello scudetto dello scorso anno perché amo Napoli e i napoletani».

 C’è uno sport che le piace seguire?

«Le gare di Formula 1, ovviamente tifo Ferrari. Ho conosciuto qualche pilota del passato, da Lauda a Alboreto: era il cugino acquisito di Massimo Boldi, quindi ho avuto modo di frequentarlo meglio degli altri. Poi sono stato varie volte a Monza e a Montecarlo, nel paddock della Rossa con Luca di Montezemolo. Devo dire che mi sono divertito parecchio…».

ilnapolista © riproduzione riservata