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Schwazer, il Tas respinge il ricorso per la squalifica di 8 anni

Il marciatore italiano non potrà disputare le Olimpiadi 2024.

Schwazer, il Tas respinge il ricorso per la squalifica di 8 anni
archivio Image / Sport / Alex Schwazer / foto Imago/Image

L’ex marciatore azzurro Alex Schwazer non ha ottenuto il ricorso presentato al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) per la sospensione della sua squalifica contro la decisione dell’Atletica Integrity Unit (Aiu) di World Athletics,

La squalifica di infrazione (la seconda) al codice mondiale antidoping partiva dall’11 agosto 2016; Schwazer avrebbe quindi potuto disputare le Olimpiadi 2024, se non avessero respinto il ricorso.

Schwazer, il gip che lo ha assolto intervistato da Gazzetta

Sulla Gazzetta dello sport un’intervista a Walter Pelino, il Gip di Bolzano che ha prosciolto Alex Schwazer dall’accusa di doping del 2016:

«Avevo scritto tutto quanto nell’ordinanza. Parlo ora proprio perché mi sembra che questa storia rivesta un’eccezionalità tale da farmi intervenire. Non aver ottemperato all’ordinanza da parte delle istituzioni sportive mi pare una gravissima violazione delle regole».

Quando le è stato assegnato il caso Schwazer aveva già un’idea o è un mondo che ha conosciuto a mano a mano?

«È stata una scoperta graduale. All’inizio non nutrivo nessun pregiudizio positivo nei confronti di Schwazer. Al contrario, era già stato dopato. Non godeva di un’immagine pulita».

La sua indagine: il momento cruciale della richiesta dei campioni da periziare

«Abbiamo dovuto superare una raffica di tentativi di ostacolarci. Ricordo, per esempio, quello della presunta scarsità di materia prima per le analisi. Oppure l’indicazione fasulla della quantità contenuta nel campione B: 6 millilitri. In realtà erano il triplo. E i nostri esperti ci hanno assicurato che un errore di quella portata non sarebbe stato commesso da nessun tecnico, tanto meno da uno del laboratorio antidoping con la migliore reputazione del mondo. Poi hanno messo in atto passi giuridici per negarci i campioni, sostenendo fra l’altro che dovevano restare in loro possesso per eventuali cause civili future. E altro ancora».

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