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Milei chiude l’Agenzia Tèlam, l’Ansa argentina che fece verifiche di tre ore per Maradona positivo a Usa 94

Pilastro d’un giornalismo che ancora verificava le notizie, La Nacion: “Oggi i giornalisti vengono evitati, perché fanno troppe domande, o perché cercano solo lo spettacolo”

Milei chiude l’Agenzia Tèlam, l’Ansa argentina che fece verifiche di tre ore per Maradona positivo a Usa 94
Argentina's President Javier Milei gestures while delivering his first policy speech to parliament during the inauguration of the 142nd ordinary session of Congress in Buenos Aires on March 1, 2024. Argentina's self-styled anarcho-capitalist President Javier Milei made his first policy speech to parliament on Friday, facing lawmakers he has described as "rats" and "traitors" for stalling his project of deregulation and budget cuts. (Photo by JUAN MABROMATA / AFP)

Il presidente argentino Javier Milei ha annunciato la settimana scorsa la chiusura di Télam, la principale agenzia di stampa statale argentina, il corrispettivo della nostra Ansa. E’ l’agenzia più importante dell’America latina e una delle maggiori in lingua spagnola al mondo. Secondo Milei “negli ultimi decenni è stata usata come agenzia di propaganda kirchnerista”.

E’ stata, per dirne solo una, Télam, scrivono Mariano Suárez e Ariel Bargach nel libro “Télam. Il fatto maledetto del giornalismo argentino”, ci mise tre ore per pubblicare la notizia, verificandola in tutti i modi possibili, consapevole dell’impatto che avrebbe avuto. In un tempo in cui le notizie si verificavano ancora, senza far la corsa sui social

Oggi – è vero – Carlos Bianchi non chiamerebbe personalmente Télam come fece il 4 luglio 2004 per annunciare le sue dimissioni dal Boca. “Forse – scrive Ezequiel Fernández Moores che alla chiusura dell’agenzia dedica un pezzo su La Nacion – pubblicherebbe oggi un tweet su un account personale. Proprio come fanno ormai molti protagonisti, alcuni per far fruttare i propri conti, altri per evitare un giornalismo che possa infastidirli, sia perché fanno troppe domande, sia perché cercano solo lo spettacolo”.

Moores ha lavorato per 40 anni in varie agenzie di stampa internazionali, Ansa compresa. E ricorda che lo stesso Maradona, sei Mondiali dopo, a Russia 2018, mandò da Mosca un messaggio di solidarietà perché la Télam aveva subito più di trecento licenziamenti. E che nel 2000 José Luis Chilavert (allora portiere e capitano del Vélez) fece sfilare alla sua squadra per difendere i lavoratori dell’agenzia.

Si tratta di un’agenzia federale, con sedi in quasi tutto il Paese, “obbligata a ricordarci che lo sport è molto più di un Boca-River a Buenos Aires.

Walter Vargas, uno dei tanti formidabili giornalisti di Télam, ha ricordato giorni fa di quando un soldato armato entrò nella redazione nel 1995, mentre “i ragazzi della sezione sportiva annunciavano l’incontro di calcio che si sarebbe giocato due giorni dopo”.

“Alcuni credono seriamente – scrive Moores – che le agenzie di stampa possano essere sostituite da Twitter? Dirlo per primo non è giornalismo. Il giornalismo lo dice bene“.

 

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