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Acerbi-Juan Jesus, oggi la sentenza. Nervosismo in casa Inter (Corsera)

Nelle ore delle lacrime di Vinicius per il razzismo sembra difficile ipotizzare per Acerbi una completa assoluzione

Acerbi-Juan Jesus, oggi la sentenza. Nervosismo in casa Inter (Corsera)
Db Leverkusen (Germania) 20/11/2023 - qualificazione Euro 2024 / Ucraina-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Francesco Acerbi-Alessandro Buongiorno

Acerbi-Juan Jesus, oggi la sentenza. Nervosismo in casa Inter. Ne scrive il Corriere della Sera.

Ieri mattina il giudice sportivo ha iniziato ad esaminare il materiale inviato dal procuratore federale Giuseppe Chiné, oggi in tarda mattinata è attesa la sentenza. Francesco Acerbi aspetta il responso del giudice Mastrandrea con il fiato sospeso.

L’agitazione nell’ambiente nerazzurro è palpabile: dalla decisione che prenderà il giudice sul controverso caso di presunto razzismo – rivolto al difensore del Napoli Juan Jesus – dipende non solo l’immediato futuro ma la carriera del giocatore che ha già compiuto 36 anni ed è legato al club da un solo anno di contratto.

Acerbi rischia dieci giornate di squalifica.

Qualora Chinè avesse accertato la matrice razzista dell’offesa, sarebbe difficile per Acerbi sottrarsi alla stangata: il Codice di giustizia sportiva prevede infatti all’art. 28 lo stop di 10 giornate come sanzione minima. Una squalifica che allontanerebbe il difensore dalla maglia azzurra e pure dall’Inter, che ha facoltà di risolvere il contratto per giusta causa con una stagione di anticipo.

Nelle ore in cui Vinicius jr, uno dei giocatori più famosi del mondo, esprime tutto il suo malessere per le discriminazioni razziali subite ogni domenica in Spagna sembra un po’ più difficile ipotizzare per Acerbi una completa assoluzione. È bene ricordare che in casi simili del passato si è arrivati alla squalifica per dieci giornate anche senza prove evidenti.

Vinicius in lacrime per il razzismo

«Mi sento sostenuto dai miei compagni e dai calciatori. Spero e mi auguro che il razzismo diminuisca. Non resta che lavorare e continuare sulla strada già iniziata. I calciatori mi mandano messaggi di sostegno». Queste le parole di Vinicius, particolarmente provato e in lacrime, durante la conferenza stampa alla vigilia di Spagna-Brasile. All’attaccante brasiliano sono state fatte molte domande sulla sua lotta al razzismo e le vessazioni che subisce in campo.

«La mia famiglia mi sostiene e anche chi mi segue mi incoraggia e mi dice di continuare a lottare. Cerco l’uguaglianza nel prossimo futuro. Voglio che ci sia uguaglianza e che la vita sia normale per tutti».

Il sostegno dai suoi colleghi e compagni

«Ricevo aiuto da tanti colleghi. Stiamo lavorando, non solo per la Spagna, perché non succeda più in tutto il mondo. Insisto, tanti colleghi, organizzazioni mi hanno dimostrato il loro sostegno. È qualcosa di essenziale per far sì che la situazione cambi. Lo hanno già fatto tante volte con me, con la mia famiglia… Voglio che questo cambi, così ogni volta che vengo qui non mi verranno più fatte queste domande».

Sul razzismo impunito

«La mancanza di punizioni è ciò che mi rende frustrato ogni giorno. Sarebbe importante punire. La gente avrebbe paura e così si potrebbe dire ai bambini che non dovrebbero farlo».

La situazione in Spagna

«Ogni volta che protesto mi sembra che la situazione peggiori. Non mi batto contro i tifosi della Spagna, mi batto contro il razzismo nel mondo. Ho parlato con tante persone che hanno voluto aiutarmi… Ci saranno persone che parlano bene di me e parlano male. Ma devo abituarmi a questo. Ho sempre intenzione di aiutare tutte le organizzazioni a combattere il razzismo. Ho parlato con la Uefa, con la Fifa, con LaLiga ed è vero che sta migliorando, e funziona».

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