Post partita di Bologna-Lecce 4-0: «sono giocate dettate dal coraggio, dall’altruismo, dalla voglia di esibire un calcio collettivo»

Thiago Motta a Dazn dopo la vittoria per 4-0 del suo Bologna sul Lecce. Una partita dominata dal primo all’ultimo minuto.
«Ottima partita, oggi durante tutta la gara siamo stati molto concentrati, determinati su quel che sappiamo fare. Meritatamente abbiamo avuto la ricompensa di una grandissima prestazione. Una che Vittoria fa bene a tutti. Atmosfera fantastica».
Il secondo gol è il manifesto del calcio di Thiago Motta
Nel secondo gol di Orsolini, c’è molto di Thiago Motta, è il manifesto del suo calcio: Ferguson che lancia per Calafiori che occupa il ruolo di mezz’ala, si invola verso la porta, velo di Fabbian e palla che finisce a Orsolini che segna.
«Mi prendo il merito dello 0,00001%, le decisioni in campo le prendono loro. Non vengo a fare l’ipocrita, non l’abbiamo fatto in allenamento, non abbiamo provato l’azione, non è vero, è merito dei ragazzi che hanno lo spirito giusto, la voglia giusta, la qualità. Giocano in un modo molto altruista, collettivo, questo ci porta a vedere azioni bellissime dove Calafiori va a finire in un’azione bella ma prima altri giocatori hanno fatto cose straordinarie».
La costruzione dal basso
C’è stata un’uscita palla che vi stava costando il gol di Krstovic come la scorsa settimana vi è costata il gol del Sassuolo. Lei ha applaudito nonostante il rischio corso.
«Applaudo perché sappiamo molto bene che queste situazioni di gioco quando le facciamo bene, mettiamo in difficoltà l’avversario. Se iniziamo a provare di buttare sempre la palla diventa un problema e l’applauso è perché Luca (Skorupski) ha un coraggio enorme anche se la settimana scorsa, ne abbiamo già parlato, abbiamo fatto molta attenzione a chi aveva la palla in quel momento. Ma la colpa non è solo sua come non lo era col Sassuolo, o l’anno scorso col Napoli contro il Napoli dove John poteva aiutarlo in un modo diverso. Sarebbe molto facile dire che ha sbagliato l’uno o l’altro, abbiamo la responsabilità di uscire palla a terra, hanno qualità. Non lo facciamo per estetica ma per mettere in difficoltà l’avversario, i ragazzi hanno sempre il diritto di commettere qualche errore anche se io non vedo un chiaro errore ma solo una disponibilità diversa di tutti. Non vedo la responsabilità di una persona ma di tutti, innanzitutto la mia perché dico io di uscire sempre palla a terra. Hanno grande coraggio di continuare a provare».
Il sogno Europa
Il Bologna in casa ha fatto più punti di tutti al pari dell’Inter.
«Sono contento perché il livello del campionato è alto, conosciamo la nostra forza, abbiamo tanto merito. Solo nella prima giornata c’è stata l’unica partita in cui non abbiamo avuto quella sensazione perché il Milan è stato superiore anche se noi abbiamo giocato molto bene. Tutte altre partite abbiamo potuto competere con tutte le squadre senza dimenticare i livelli, ed è la mia grande soddisfazione».
Che cosa ha pensato al coro “Joe Saputo portaci in Europa”?
«Sono stato molto contento. L’ho ascoltato, il presidente se lo merita per il grande lavoro, il rispetto per il gioco e le persone che lavorano. Il grande entusiasmo che si vive al Dall’Ara dobbiamo utilizzarlo per continuare a lavorare in campo».
Thiago Motta a Sky
A Sky a proposito del terzo gol ha detto:
«La posizione di Calafiori? Nella nostra organizzazione di gioco ci sono cose che non proviamo in allenamento, ma sono giocate dettate dal coraggio e dalla consapevolezza nei propri mezzi. Con la sua capacità di attaccare crea occasioni anche in zona-gol avversaria.
Orsolini? Anche per lui vale il discorso della comfort zone. Ma sta a me ed a loro uscirne tutti i giorni dalla comfort zone per crescere e far sempre meglio in base al nostro metodo di lavoro.
Zirkzee nervoso dopo il cambio? Lui vuol giocare sempre e non vorrebbe uscire mai. Si impegna sempre al massimo anche in allenamento ma ci sono anche gli altri compagni che pure meritano di partecipare e giocare ogni tanto. La concorrenza gli fa bene. Sono contento anche per la rete di Odgaard».