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Rennes, 10mila tifosi arrivati a Milano da tutto il mondo per far festa prima della sconfitta (So Foot)

Per la sfida contro il Milan si sono viste tante bandiere rossonere e non tutte erano per i padroni di casa.

Rennes, 10mila tifosi arrivati a Milano da tutto il mondo per far festa prima della sconfitta (So Foot)
Dall'account ufficiale del Rennes

La trasferta del Rennes non è andata come la squadra francese aveva sperato. Vittoria netta del Milan per 3-0, al San Siro.

Eppure di questa sconfitta, resta bella l’immagine dei migliaia di tifosi giunti a Milano per sostenere la propria squadra.

I tifosi del Rennes sono sempre pronti a farsi sentire

So Foot scrive:

“Non è necessario camminare più di qualche metro per imbattersi in una bandiera con scritto ‘Rennes’ mentre si cammina per il centro di Milano. Né di vedere una maglia rossonera del resto, e non parliamo di quella che la città italiana conosce a memoria. Da più di cinque anni, i tifosi del Rennes sanno meglio di chiunque altro che non c’è niente di più emozionante di un viaggio in Europa. Niente. Questo è un po’ più speciale degli altri. Ricorda il profumo dei primi vagiti del 2019, a Siviglia e Londra”.

Scorci di conversazioni tra tifosi in un bar

“Rennes ce la farà domani, questo è sicuro”, si sente dire in un piccolo bar situato lungo i canali dello storico quartiere dei Navigli, alla vigilia dell’incontro che tutti aspettano, anche se non si può dire che la città di Milano vibri per l’accoglienza di un club come lo Stade Rennes. Forse gli italiani stanno scoprendo l’esistenza del club bretone. I discorsi ruotano essenzialmente attorno al prossimo incontro: lo schieramento titolare, la percentuale di possibilità di vincere, l’entusiasmo, la presenza o meno di Salma Hayek, l’attrice messicana.

«Siamo i piccoli protetti di Salma Hayek», scherza un fan tra due pinte. I curiosi sono inevitabilmente attratti dal rumore, ed ecco un olandese che si presenta come uno dei discendenti di Gerard Adriaan Heineken – il fondatore del celebre birrificio – e arriva a gridare il suo amore per Eduardo Camavinga. «Conosco anche un po’ il Martin Terrier, buona fortuna per domani» , dice in un francese stentato.

Di prima mattina si svolge in Duomo una partita di shuffleboard, tra turisti e milanesi, che probabilmente non sanno nulla di questa attività tanto amata in Bretagna. Impossibile passeggiare senza imbattersi in una maglia rossonera, quella dello Stade Rennes. I mattinieri sono stati fortunati, sono riusciti a procurarsi una copia de La Gazzetta dello Sport dell’epoca, dove il club bretone compare in una pagina pubblicitaria. Risultato: le sedi stampa milanesi vengono derubate e il quotidiano transalpino diventa quasi introvabile”.

 

Il pre partita

Tutto è molto organizzato, molto regolamentato, anche se è difficile impedire a certi tifosi di sfogarsi dove possono, né a qualche persona priva di senno di accendere fumogeni nella metropolitana. Più paura che danno, non c’è stato nessun dramma e gli altri tifosi del Rennes in attesa in piazza Lotto hanno visto arrivare lentamente il primo corteo per formarne un secondo, questa volta verso San Siro, finalmente. E’ presto, c’è tempo, il calcio d’inizio è tra poco più di tre ore. «Li faremo saltare in aria stasera» , grida un tifoso del Rennes che chiaramente non è alla sua prima lattina di birra. Questa seconda marcia durerà più di un’ora, al punto da cominciare a stancare i tifosi stremati dalla giornata e forse un po’ dall’alcol. 

Dopo la sconfitta

“«Al ritorno non si sa mai, bisogna crederci», sussurra timidamente un tifoso. Per alcuni è l’inizio del fine settimana. Alcuni di loro hanno programmato di tornare sul luogo della sconfitta questo venerdì sera per Inter-Salernitana, altri sono già di ritorno in Bretagna. Nicolas dovrà pernottare dal venerdì al sabato a Casablanca prima di tornare ad Abidjan, Grant si godrà Como, Josselin ha fatto andata e ritorno da Monaco… Non saranno al Roazhon Park per Rennes-Clermont e nemmeno per Rennes-Milano tra una settimana , ma sono riusciti a connettersi con il loro club preferito e la sua comunità. Anche questo è il calcio”.

 

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