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De Laurentiis: «i club devono essere i procuratori dei calciatori, stadi gratis dai Comuni per chi investe»

Corsport. Proposte di legge al Club Napoli Parlamento: «Le squadre che rappresentano città con ventimila abitanti falsano il campionato»

De Laurentiis: «i club devono essere i procuratori dei calciatori, stadi gratis dai Comuni per chi investe»
Db Riyad (Arabia Saudita) 18/01/2024 - Supercoppa Italiana / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

L’incontro al Club Napoli Parlamento di Aurelio De Laurentiis che ha portato con sé Chiavelli, Grassani e gli avvocati Testa e Menichini. Le dichiarazioni raccolte dal Corriere dello Sport con Fabio Mandarini. Un incontro lobbistico contrariamente a quanto si aspettavano i parlamentari tifosi.

«Sono qui perché dovete salvare il calcio. Altrimenti tra 20 anni morirà». Aurelio De Laurentiis, oratore in Senato, ha aperto così l’incontro andato in scena ieri nell’Aula Convegni di Palazzo Madama, al cospetto dei membri del Napoli Club Parlamento.

De Laurentiis, tra l’altro, ha anche letto un elenco di dieci proposte, i suoi capisaldi per migliorare il sistema calcistico, con tanto di riferimenti legislativi: «Intanto servono l’azzeramento totale della legge Melandri e il varo di una normativa sugli stadi: sono le priorità assolute. I sindaci dei comuni devono prendere atto del fatto che gli impianti sportivi dovrebbero diventare beni a disponibilità gratuita di chi vuole investire 10 milioni di euro».

E ancora. Sull’eventuale riforma dei campionati: «Non è riducendo la Serie A a 18 squadre che si risolvono i problemi. C’è un campionato della parte sinistra della classifica e uno della parte destra. Le squadre che rappresentano città con ventimila abitanti falsano il campionato. E poi resta sempre la questione degli extracomunitari. Bisogna resettare la Lega».

«Le società devono poter essere i procuratori dei propri calciatori: se ingaggio un ragazzo di 17 o 18 anni, non posso fargli soltanto cinque anni di contratto, ma devo essere libero di metterlo sotto contratto per sette-otto anni. E se poi alla fine del periodo contrattuale vuole andare via, allora può andare. Devo decidere io, non i procuratori».

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