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Con i rigorini come in Milan-Atalanta non è più calcio, è un delirio futuristico (Libero)

Se gli arbitri cominciano a fischiare in stile vigile urbano in mezzo al traffico, prepariamoci a risultati da calcetto del giovedì sera

Con i rigorini come in Milan-Atalanta non è più calcio, è un delirio futuristico (Libero)
Db Milano 25/02/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giampiero Gasperini

Con i rigorini come in Milan-Atalanta non è più calcio, è un delirio futuristico. Lo scrive Libero.

Se si fischia rigore, tra l’altro con la benedizione della tecnologia, su un “contatto” come quello tra Giroud e Holm allora non è più calcio. E se non è più calcio allora è un bel problema. Sia chiaro: Orsato ha fatto bene a indicare il dischetto domenica sera perché il suo compito è quello di far rispettare le regole e le regole dicono che quella punta di scarpa sul petto è da massima punizione. Però quelle stesse regole sono oggettivamente scriteriate ed eccessivamente punitive. Lo chiamano calcio moderno ma pare più un delirio futuristico. E se non vogliamo che le partite e i campionati vengano decisi dai computer, beh, occorre riguardare i fermi immagine, utilissimi, solo quando serve.

La dittatura dei rigorini

Perché ora l’episodio di San Siro rischia di aprire un precedente pericolosissimo: nel caso in cui gli arbitri comincino a fischiare in area di rigore stile vigile urbano in mezzo al traffico nell’ora di punta, prepariamoci a risultati da calcetto del giovedì sera; nel caso in cui si decida di sorvolare, prepariamoci a polemiche senza fine ogni qualvolta un attaccante denunci un soffio alle spalle, della serie «perché su Holm sì e su di me no?!».

Arbitra la televisione (Il Giornale)

L’arbitro è la televisione, anche Orsato si è piegato alla dittatura del Var e dei rigorini. Lo scrive Franco Ordine sul Giornale dopo il mezzo rigore concesso all’Atalanta a Milano.

È ufficiale: nel calcio italiano arbitra la televisione. Di qui la spiegazione didascalica alla serie dei “rigorini” che moltiplicano le polemiche e accentuano la sfiducia nei confronti dei fischietti di casa nostra. L’ultimo caso è quello di Orsato, il numero uno degli arbitri italiani, un tempo anche lui poco incline a farsi richiamare al Var (precedente: un Lazio-Milan, gol di Correa dopo un pestone su Calhanoglu, Mazzoleni lo richiama e lui amichevolmente lo manda a quel paese confermando il gol, ndc) e adesso diventato invece un solerte collaboratore di Irrati, il varista più esperto in squadra che lo richiama per l’episodio Giroud-Holm di Milan-Atalanta.

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