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Ceferin non è Infantino, e dopo la rinuncia alla candidatura è più forte che mai (Süddeutsche)

Un presidente a scadenza gode di un’enorme libertà, non ha bisogno di alleanze a lungo termine e, insomma, può davvero rompere le scatole ad Infantino

Ceferin non è Infantino, e dopo la rinuncia alla candidatura è più forte che mai (Süddeutsche)
FIFA president Gianni Infantino and UEFA president Aleksander Ceferin (right) shake hands as they attend the 46th UEFA Congress and Executive Committee meeting at the Messe Wien Exhibition Congress Center in Vienna, Austria on May 11, 2022. (Photo by JOE KLAMAR / AFP)

Ceferin non si ricandiderà alla presidenza della Uefa nel 2027. E’ una mossa furba, oltre che una sana scelta personale, secondo l’analisi della Süddeutsche Zeitung. Perché ne aumenta il potere per i prossimi tre anni, svincolandolo da mire elettorali. Ed è una bella grana per Infantino.

Ovviamente il giornale tedesco – forse il giornale più critico verso Infantino al mondo – ne approfitta per far notare che evidentemente gli uomini di potere dello sport “non sono tutti uguali”.

“Perché il caso di Ceferin non è paragonabile alle manovre dei suoi pittoreschi colleghi. Il presidente tedesco del Cio Thomas Bach sta attualmente modificando la Carta Olimpica in modo che il suo mandato, limitato al 2025, venga prolungato e l’avvocato d’affari, insediato nel 2013, possa governare fino a almeno il 2029″.

“Infantino ha fatto di peggio. Aveva un limite di mandato quando salì al trono nel 2016. E allora? Ha semplicemente ridefinito i primi tre anni e mezzo di presidenza, durante i quali ha sostituito lo sospeso Sepp Blatter, come restante mandato del suo predecessore – come se a presiedere non fosse lui, ma un’intelligenza artificiale. Così è iniziata la sua era secondo il nuovo calendario Infantino: solo dal 2019″.

“Trucchi con pedine e giochi di carte che si adattano ai funzionari che si considerano indispensabili e si attaccano al potere come la colla climatica dell’ultimo modello. Uomini che hanno chiaramente trasformato le loro associazioni in autocrazie di fatto”. Ne ha scritto anche il New York Times.

Nel calcio, continua la SZ, “c’è il tema dell’ebbrezza del potere, che risulta particolarmente evidente nel modo in cui viene svolto l’incarico”. Ceferin avrebbe potuto stabilire “una sorta di principato a due nella Uefa, paragonabile alle condizioni della Fifa o del Cio. E ora non è più un problema: un presidente in scadenza è considerato un’anatra zoppa, e non solo a Washington”.

“Tuttavia, anche in questo caso questa inquadratura non è veritiera. Un presidente la cui egida dura fino al 2027 gode di un’enorme libertà: non ha bisogno di alleanze a lungo termine e può reagire rapidamente e intraprendere azioni forti. In breve, ha l’ambiente perfetto per affrontare le sfide incombenti. Anche nel calcio europeo i fondi stanno diventando sempre più scarsi. Ci sono gli attacchi della Superlega e dei campionati sauditi, e deve difendersi da quelli della Fifa ai suoi gioielli della corona: i club. Adesso cambieranno molte cose su questo fronte. D’ora in poi, l’attenzione sarà rivolta alle fantasie di potere di Infantino. L’arrocco di Ceferin gli darà particolarmente fastidio”.

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