Su L’Equipe: “Sinner ha fatto un po’ come Nadal, si è dato tempo. Il suo cervello si è adattato meravigliosamente alla partita”

“Sinner mi ricorda gli svedesi degli anni ’80: è un ragazzo incredibilmente normale”. Mats Wilander scrive, su L’Equipe, di “impresa“: “Non sono sicuro di aver mai visto un’impresa simile da parte di un ragazzo di 22 anni. Massimo rispetto”, scrive la leggenda del tennis svedese.
“Non si è mai lasciato prendere dal panico. Questa è una cosa molto forte da parte di un giovane giocatore che stava giocando la sua prima finale del Grande Slam e che si è ritrovato rapidamente sotto di due set a zero. Ha saputo trovare le soluzioni per contrastare Medvedev che giocava in un modo del tutto inaspettato, come non lo avevo mai visto giocare prima. Neppure Sinner, immagino! Ma è riuscito a dare una svolta alla partita, anche modificando le sue opzioni tattiche iniziali. In cambio si è tirato un po’ indietro, soprattutto sulle seconde palle. Un po’ come fa Nadal, si è dato tempo. Nello scambio, ha giocato più dritti in topspin, per respingere l’avversario e non esporsi alle sue contromosse sui colpi piatti. Di conseguenza, è diventato sempre più pericoloso per Medvedev colpire molto forte. Il cervello di Sinner si è adattato meravigliosamente. Ciò che mi è piaciuto di lui è anche l’uso dell’ammortizzazione. Ok, non ha fatto tanti punti ma ha fatto meglio: ha messo dubbi nella mente di Medvedev e soprattutto ha cambiato la sua visione del campo.
L’altra cosa “da evidenziare è il suo atteggiamento – scrive ancora Wilander -. È calmo, composto, pur essendo estremamente determinato. In termini di combattività, Djokovic e Nadal non sono gli unici esempi da seguire. Sinner mi ricorda gli svedesi degli anni ’80: è un ragazzo incredibilmente normale. Questo gli dà il diritto di giocare con molta libertà. Tutto questo deriva dalla sua educazione. Ma anche il suo sci. Per i valori che trasmette, penso che la cultura dello sci sia una delle più brillanti nel mondo dello sport“.