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Sinner in semifinale, anche Rublev sconfitto in tre set (6-4, 7-6, 6-3)

In questo Australian Open, l’italiano non lascia nemmeno le briciole agli avversari. Cinque match su cinque vinti in tre set. In semifinale sfiderà Djokovic

Sinner in semifinale, anche Rublev sconfitto in tre set (6-4, 7-6, 6-3)
Torino 14/11/2023 - Atp Finals / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Ancora Jannik Sinner agli Australian Open. Uno schiacciasassi che batte anche Rublev ai quarti di finale tre set a zero (6-4, 7-6, 6-3). In semifinale l’italiano sfiderà ancora una volta Djokovic.

Secondo set da sliding doors, Rublev sembrava aver conquistato il set. Sinner però lo ruba al tiebreak e si porta sul 2-o. Anche il terzo set se lo prende l’italiano che ancora una volta batte il suo avversario in tre set. In tutti e cinque i match di questo Australian Open, Sinner non ha lasciato nemmeno le briciole agli avversari. Li ha vinti tutti in tre set.

Qualche momento di apprensione nel secondo set. Sul 2-3 Rublev 40-40, in seguito a un dritto scentrato, Sinner comincia a toccarsi gli addominali. Una smorfia di dolore, un’occhiata preoccupata verso il suo box. Muscoli o diaframma? Sinner non si scompone, tiene il servizio (3-3), cambia campo senza chiedere l’intervento del fisioterapista.

Sinner sembra Ivan Drago, raramente lo sport italiano ha avuto un Robocop come lui

È possibile definire Jannik Sinner uno degli sportivi italiani più forti di sempre ancor prima che abbia vinto qualcosa di realmente importante? Secondo noi sì. Oggi Jannik è numero 4 del mondo, non ha ancora vinto un torneo del Grane Slam né tantomeno ha mai giocato una finale. E si è aggiudicato “appena” un torneo Master mille. È vero. Ma è altrettanto vero che la crescita del tennista altoatesino è stata una crescita allo stesso tempo progressiva e inesorabile. Visibilmente, partita dopo partita, è cresciuto fino a diventare un tennista robotico. Sinner gioca un tennis da videogioco: rapido e potente. In parte ricorda Ivan Drago di Rocky IV, sembra imbattibile (poi alla fine Drago perderà, ma questa è un’altra storia).

Ma a differenza del pugile russo del film, Jannik non è solo potenza. È anche accelerazione, capacità di colpire d’incontro, di trovare angoli se non impossibili molto complessi da disegnare con la racchetta. E poi il passaggio tecnico che gli ha fatto compiere quello che sembra il definitivo salto di qualità: il servizio. Oggi, sul 4-4 nel secondo set contro Khachanov, ha affrontato una palla break e ha risolto con un servizio ingiocabile. Poi ne ha tirato uno ancora più forte e un altro ancora. Risultato: 5-4 per lui e poco dopo ha vinto 7-5 ottenendo il break da 40-15 per l’avversario.

Oggi Sinner offre una sensazione di dominio che poche abbiamo volte abbiamo riscontrato nello sport italiano: ricordiamo ad esempio Valentino Rossi, o Alberto Tomba. Oggi sembra inattaccabile. Ovviamente non lo è. In fondo, ad altissimi livelli, non ha vinto ancora niente. Eppure ha già l’aura dell’invincibile.

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