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La Saudi Pro vuole rilanciarsi ingaggiando manager europei (La Stampa)

Nonostante i dati di scarsa affluenza agli stadi e i bassi audience televisivi gli arabi vogliono investire nei manager per evolvere il loro progetto calcio

La Saudi Pro vuole rilanciarsi ingaggiando manager europei (La Stampa)
In this handout picture released by the Saudi Al-Hilal football club on August 15, 2023, Brazilian forward Neymar (L) poses for a picture with Hilal President Fahad bin Nafel at the Al-Hilal stadium in Riyadh. Brazil forward Neymar has signed for Saudi Arabia's Al-Hilal from Paris Saint-Germain, the clubs announced today, joining Cristiano Ronaldo and Karim Benzema as the latest big name lured to the oil-rich Gulf state. Saudi Pro League / AFP

Nei giorni scorsi si è scritto della Saudi Pro in termini non proprio lusinghieri, definendola “così vuota da essere perfetta l’ego smisurato di Ronaldo“. Secondo quanto scrive oggi La Stampa, gli arabi non sono così avventati come si pensa e non sono sono pronti a spese pazze senza alcuna prospettiva. Anzi, dopo aver speso per accaparrarsi i migliori calciatori sopirci sul mercato, ora puntano anche ai giovani, ma soprattutto ad una classe dirigente in grado di gestire il calcio nel loro Paese.

Dai giocatori superstar ai colletti bianchi del calcio

“All’aeroporto di Riad, una sorta di immensa astronave nel deserto, transitano ancora dirigenti, procuratori, consulenti, intermediari, faccendieri e allenatori di ogni genere e risma. Il flusso, dalla scorsa primavera ad oggi, non si è fermato. Forse si è solo un po’ diversificato nei passeggeri: dai giocatori superstar ai colletti bianchi del pallone. Segnale che in barba ai dati di scarsa affluenza negli stadi (con 18 partite delle prime 95 con meno di mille spettatori) e di bassa audience televisiva su scala mondiale (raramente vicina al 2% in Italia, dove i diritti tv sono spartisti tra La7 e Sportitalia) della Saudi Pro League, la bolla del calcio saudita non immagina di esplodere, ma si attrezza per lievitare. E ora si industria nel setaccio, nell’ingaggio e nella formazione di una classe dirigente qualificata, chiamata ad avallare spese ancora pazze per importo ma non per fruibilità e sostenibilità. Insomma, dopo aver scucito più di un miliardo in campioni indiscussi (molti con il meglio della carriera alle spalle) per collocare l’Arabia sulla cartina del calcio, adesso spenderà e spanderà per giocatori e allenatori di prospettiva o nel pieno della loro carriera.

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