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Henry: «Giocavo per compiacere mio padre. Non so quanto amassi il calcio, so che non lo odiavo»

Al canale YouTube The Diary of a Ceo: «Non ho scelto io di giocare. È stato difficile esprimere le mie emozioni, provavo solo rabbia. Non sapevo di essere depresso»

Henry: «Giocavo per compiacere mio padre. Non so quanto amassi il calcio, so che non lo odiavo»
Former French football player and newly appointed France U21 head coach Thierry Henry sings the national anthem prior to the U21 friendly football match between France and Denmark at the Marcel-Picot stadium in Tomblaine, near Nancy, eastern France, on September 7, 2023. (Photo by Jean-Christophe VERHAEGEN / AFP)

Thierry Henry ha rilasciato alcune dichiarazioni al canale YouTube di The Diary of a Ceo. Durante l’intervista il francese ha parlato della sua decisione di giocare a calcio:

«La prima volta che mio padre mi ha preso in braccio, quello che ha detto è stato: ‘Questo bambino diventerà un giocatore di calcio straordinario.’ E mi ha riposato. Puoi immaginare cosa è successo dopo. Ero programmato per avere successo. Non importava cosa stesse accadendo. Mi ha messo in campo a 5-6 anni e da lì è stata una missione. Per realizzare il suo sogno, per compiacerlo. Non so quanto amassi giocare a calcio, ma so che non lo odiavo. D’altronde non è stata assolutamente una mia scelta».

Henry ha proseguito poi parlando del rapporto con il padre:

«Sapevo che se volevo rendere felice mio padre, potevo farlo solo con il calcio. È la cosa più difficile che abbia mai dovuto fare. Quando ero piccolo, mio ​​padre non mi diceva mai cosa facevo bene. Avevo bisogno della sua approvazione, che mi dicesse che stavo facendo progressi. Ma mi diceva sempre cosa mi ero perso, cosa avevo fatto di sbagliato. Fino a non molto tempo fa, volevo sempre accontentare le persone, perché era una cosa a cui non avevo accesso quando ero piccolo. Non sapevo cosa mi rendesse triste o no. Io ero… non direi morto, ma esprimere le mie emozioni è stato molto difficile, a parte la rabbia e la rabbia. Quando sento la gente parlare di depressione, mi viene in mente qualcosa. Sono un essere umano, ho dei sentimenti. Durante la mia carriera, devo essere stato depresso».

L’ex stella dell’Arsenal e della nazionale francese ha poi concluso:

«Sapevo di essere in depressione? No. Ho fatto qualcosa a riguardo? Per niente. Ma mi sono adattato. Ciò non significa che cammino dritto, ma cammino. Questo è quello che mi hanno insegnato fin da quando ero piccolo».

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