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Berrettini, il coach Roig voleva che rinunciasse al Capodanno in Marocco con Melissa Satta (Corsera)

Gli aveva consigliato un piccolo blocco di allenamenti a Montecarlo. È il terzo forfait per Matteo. È fermo da 136 giorni

Berrettini, il coach Roig voleva che rinunciasse al Capodanno in Marocco con Melissa Satta (Corsera)
Cannes (Francia) 25/05/2023 - Festival del Cinema di Cannes / foto Imago/Image nella foto: Melissa Satta-Matteo Berrettini ONLY ITALY

Berrettini, il coach Roig gli aveva consigliato di rinunciare al Capodanno in Marocco con Melissa. Lo scrive il Corriere della Sera con Gaia Piccardi nel pezzo sul ritiro di Berrettini dagli Open d’Australia.

Mentre il barone rosso (Sinner, ndr) giocava, Berrettini abbandonava le ultime speranze di rompere quel digiuno con il tennis agonistico che ormai dura da 136 giorni: l’infortunio al piede destro, lo stesso della distorsione all’Open Usa (era il 31 agosto 2023), costringe l’ex n.6 del mondo all’ennesimo ritiro. È il terzo forfait (Brisbane, Kooyong, Australian Open) nell’arco di due settimane e getta ombre lunghe su un atleta senza pace, messo dall’esistenza davanti al bivio se riprovarci sul veloce indoor europeo (in alternativa sulla terra argentina) oppure stare fermo ed entrare sotto l’ombrello del ranking protetto (può essere chiesto dopo 6 mesi consecutivi di stop), scegliendo di rientrare a marzo sul cemento americano con una classifica più benevola (media del ranking nei tre mesi successivi all’ultimo match giocato).

Peccato, perché la serietà di Roig, coach d’esperienza cresciuto all’università di Rafa Nadal, molto poco disposto ad accettare alibi, aveva consigliato a Matteo di rinunciare al Capodanno in Marocco con la fidanzata Melissa in favore di un piccolo blocco di allenamenti a Montecarlo e poi, puntellandosi su qualche sensazione positiva e pensieri di grande ottimismo, il viaggio in Australia, forse più utile per il morale (ha ritrovato l’ambiente del grande torneo, i colleghi, certi amici: si è di nuovo sentito un tennista) che per la classifica. E infatti a Melbourne Park si è rivisto un uomo sorridente. Prima della ricaduta.

Cosa ha detto di Berrettini l’ex coach Santopadre 

L’ex tecnico di Matteo Berrettini Vincenzo Santopadre ha parlato del tennista in un’intervista a Repubblica.

Berrettini deve essere libero…

«Si deve slacciare dalle aspettative. Il rumore della popolarità gli ha fatto male, lo ha stroncato. È un tipo riservato e sensibile. L’ascesa fulminante è stata negativa per gli effetti collaterali. Troppe responsabilità, portarsi l’Italia sulle spalle è dura. Gestire le esigenze del mondo esterno non è facile. Lui ne è rimasto scombussolato. Panatta ancora oggi è giustamente celebrato e riverito per il suo favoloso 1976. Gli Slam pesano e Matteo dai tempi di Adriano è l’unico azzurro che si sia qualificato per una finale, quella di Wimbledon».

C’è un detto americano, ‘nice guys finish last’: i bei ragazzi finiscono ultimi.

«Se pesa o distrae la bellezza? Di sicuro il look lo ha aiutato da un punto di vista commerciale. Magari qualche sponsor ti sceglie perché da beautiful funzioni su vari mercati, anche non sportivi. Ma Borg, Wilander, Edberg, Noah, solo per citarne alcuni, hanno molto vinto e brutti non erano. La diversità di Matteo è un’altra: la sua vita emotiva e sentimentale è importante e confluisce nel gioco. Proprio perché è un ragazzo profondo e ci mette testa e cuore».

Perché si è rotto il vostro sodalizio?

«Era necessaria una scossa. Faccio un esempio: in un challenger nel 2018 a Dallas Matteo stava affrontando uno forte, c’era poca gente, era un campo secondario, lui era insofferente, si lamentava con sé stesso, io mi sono seccato e visto che c’era il sole mi sono messo gli occhiali scuri, così non poteva più incrociare il mio sguardo. Non gli ho più dato attenzione, lui si è concentrato, ha vinto. Poi ha voluto sapere, ma non da me, se mi fossi arrabbiato. Matteo non ha mai messo in dubbio la nostra relazione fino a quando non gli ho prospettato la necessità di un allontanamento. C’era stato un accumulo di travagli e di fatiche. La scelta dello spagnolo Francesco Roig è ottima, è un supercoach, ha lavorato per 18 anni con Nadal, avevamo già pensato a lui quando stavamo valutando una figura da aggiungere».

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