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Barazzutti: «Sinner non teme più Djokovic, lo tiene sotto. Per me è già numero uno»

A La Stampa: «Djokovic non riesce più a reggerlo né mentalmente né fisicamente, stavolta Jannik lo ha rullato»

Barazzutti: «Sinner non teme più Djokovic, lo tiene sotto. Per me è già numero uno»
Italy's Jannik Sinner greets Serbia's Novak Djokovic (R) after victory in their men's singles semi-final match on day 13 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 26, 2024. (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Corrado Barazzutti intervistato da La Stampa per Jannik Sinner che domani giocherà la finale degli Open d’Australia.

Corrado, anche come capitano di Coppa Davis e Fed Cup lei di numeri uno ne ha visti molti da vicino: Sinner quest’anno lo diventerà?
«Guardi, per me Jannik già ora è il vero numero uno del mondo. Non lo dice il computer, lo spiegano i risultati che ha ottenuto. Poi è vero che in questo momento ci sono parecchi giocatori in confusione…»

A partire da Alcaraz.
Barazzutti: «Il suo tennis è un puzzle completo, quando sembrava dovesse vincere tutto per i prossimi dieci anni era bravo a tenere tutte le tessere al posto giusto, ora fatica a incastrarle e in campo sbaglia tante scelte. Rune deve riprendersi dai problemi fisici, Shelton è acerbo, una scheggia impazzita…».

Djokovic è in declino? In fondo è ancora numero uno.
Barazzutti: «Djokovic è un supereroe, ma ha 37 anni, e questo dovrebbe farci riflettere, visto che non c’è mai stato un numero uno così anziano. Poi Sinner da tempo gli mandava segnali che Novak aveva recepito».

Il famoso cambio della guardia?
«Per me era già avvenuto fra Torino e le Finali di Coppa Davis. Ieri ho visto un Djokovic che non riesce più a reggere Sinner, né mentalmente né fisicamente. Jannik non lo teme più: come si dice in gergo ormai “lo tiene sotto”».

Ieri ha reagito da campione ferito, salvando un matchpoint.
«Djokovic ha un orgoglio infinito, ma con Sinner ha perso tre volte nelle ultime quattro occasioni. E stavolta, diciamolo, Jannik lo ha rullato. Il serbo ha vinto il terzo set quasi per sbaglio, nel quarto si è fatto breccare da 40-0, e non è da lui. Poi è scomparso».

Sinner visto da Flavia Pennetta

Jannik Sinner, Il Giornale intervista Flavia Pennetta l’ultima italiana a vincere uno Slam (gli Us Open), nel 2015. Tema dell’intervista, ovviamente, l’azzurro che domani mattina alle 9.30 giocherà la finale degli Open d’Australia contro Medvedev.

«Diciamo che dopo gli Us Open ha messo la freccia in tutti gli aspetti. Ha iniziato veramente ad essere più solido: guardate il
servizio, a quanti punti riesce a ottenere adesso con la battuta in confronto a qualche mese fa».

C’è stato un grande lavoro. Come spiegare a chi è fuori dal campo il motivo di questi risultati?
«Semplice, appunto: è lavoro, tanto lavoro. Uno sforzo pazzesco, tecnico e nel movimento. E impressiona quanto margine di
miglioramento ha ancora».

Davvero?
«Ma ragazzi, ha solo 22 anni… Anche se la sua età non è certo quella dei giovani d’oggi».

Cos’ha di diverso?
«Quello che ha soprattutto Sinner è la costante voglia di cambiare, di lasciare il certo per l’incerto. Lui è stato criticato per questo, un po’ anche quando ci fu il cambio di allenatore e la gente diceva che non vinceva più come prima. Io sostenevo invece che le cose hanno sempre bisogno di tempo, in questi casi devi ripristinare un po’ di equilibrio. Serve solo aspettare».

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