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Vagnozzi: «Per Sinner, Slam e Olimpiadi saranno la priorità»

Sugli obiettivi per il 2024: « Non pensiamo al numero 1, ma attraverso il lavoro si può arrivare in cima»

Vagnozzi: «Per Sinner, Slam e Olimpiadi saranno la priorità»
Malaga (Spagna) 26/11/2023 - finale Coppa Davis / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Simone Vagnozzi, allenatore di Jannik Sinner insieme a Darren Cahill, ha rilasciato una lunga intervista al “Messaggero” parlando degli obiettivi di Sinner per il 2024.

Sulla stanchezza di Sinner alla finale di Coppa Davis:
«Diciamo che gli piace dormire e aveva bisogno di recuperare dopo il doppio impegno consecutivo e l’ultimo sforzo contro Djokovic. Per fortuna si è potuto evitare un altro doppio, soprattutto contro la forte coppia australiana».

Sui miglioramenti della tenuta fisica di Sinner:
«È migliorato già tanto ma possiamo fare ancora molto, nel recupero e nella resistenza, pensando ai 5 set e agli Slam. Ci mettiamo un bell’asterisco. È il primo anno che io e Umberto (Ferrara, preparatore atletico) facciamo con lui una vera preparazione invernale».

Il 2023 di Sinner:

«Molto continuo, in crescendo, è stato sotto livello solo a Roma e Parigi. Direi che è stato un caso. Perché a Montecarlo è andato bene e poteva vincere il torneo, a Barcellona ha avuto l’influenza, a Roma era in forma, e anche Parigi ha avuto un calo fisico e mentale. Che ci sta in una stagione».

Il servizio, che da punto debole, è diventato un colpo decisivo:
«Ho sempre pensato che quello che più gli si addiceva era il foot up, ma non potevamo aggiungere altre informazioni. Quando
però, al Roland Garros, ha perso subito, ci abbiamo lavorato su e già a Wimbledon ha cominciato a servire più prime. Poi abbiamo aggiunto un piccolo movimento del piede sinistro, con l’anca entra un po’ di più ed abbiamo abbassato il lancio di palla: la colpisce appena scende e rende meno visibili le intenzioni. Persino Djokovic gli ha fatto i complimenti: non la leggeva»

Se gli obiettivi del 2024 si focalizzeranno su Slam e Olimpiadi:
«Certo, sono la priorità. Dobbiamo stabilizzarci nel ranking, fra i primi 3/4 del mondo, arrivare alle semifinali Slam e in fondo
ai Masters 1000. Con la continuità poi ci scappa anche la grande vittoria magari proprio all’Olimpiade. Non pensiamo al numero 1, ma attraverso il lavoro si può arrivare in cima. L’Olimpiade arriva in un momento congestionato della stagione e bisogna cambiare tre volte superficie in poco tempo: dall’erba di Wimbledon alla terra olimpica del Roland Garros, al cemento nordamericano, verso gli US
Open».

Le responsabilità che Sinner avrà ai Giochi Olimpici:
«Ha già fatto tanti passi avanti nella gestione dentro e fuori del campo, dal pubblico a Torino alla Davis: quando Djokovic in
doppio ha cercato di caricarsi usando il pubblico, il punto dopo Jannik ha tirato fuori un urlo per far capire che anche lui si fa sentire. E anche quando sembra proprio stanco poi sorprende anche noi del team perché tira fuori energie extra, di nervi, come al Masters con Medvedev, quando ha giocato il miglior set. Non vuole morire mai».

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