Spalletti è andato via per la rottura con De Laurentiis, attese invano il rinnovo per mesi (Repubblica)
La pausa Mondiale era il momento giusto per aprire un ciclo. Si arrivò alla Pec di marzo e tutto finì. Spalletti non aveva paura di difendere lo scudetto
Milano 12/09/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Italia-Ucraina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport
nella foto: Luciano Spalletti
Spalletti è andato via per la rottura con De Laurentiis, attese invano il rinnovo per mesi. Lo scrive l’edizione napoletana di Repubblica con Marco Azzi.
Perdere Spalletti è stato l’errore più grave commesso dal Napoli dopo la vittoria dello scudetto. Lui se n’è andato con stile ed evitando di dire tutta la verità, per non rovinare i festeggiamenti della primavera scorsa. Ma non aveva alcuna voglia in realtà di prendersi un anno sabbatico e sarebbe al contrario rimasto volentieri per difendere il titolo, se il suo rapporto con Aurelio De Laurentiis non si fosse logorato in maniera irreparabile.
Il matrimonio tra i due si era nella sostanza concluso già nell’autunno precedente, durante la lunga e inedita sosta per i Mondiali in Qatar. In quei 54 giorni a bocce ferme – con gli azzurri che avevano 8 punti di vantaggio in campionato e si erano qualificati per gli ottavi di finale della Champions League dominando il loro girone – il tecnico toscano attese invano un segnale di apprezzamento concreto da parte del suo presidente. Era quello il momento giusto per aprire un ciclo, invece l’argomento del futuro rimase congelato fino a marzo e fu la Pec per il rinnovo unilaterale del contratto ricevuta dalla società a convincere definitivamente l’allenatore a rassegnare le dimissioni.
Soltanto chi non conosce Spalletti – almeno un po’ – può credere che abbia avuto paura di difendere lo scudetto alla guida del Napoli.
GLI ELOGI DI TREVISANI A SPALLETTI
«Se un’altra squadra non ha Pavard, Bastoni e De Vrij sentiamo l’allenatore lamentarsi per sei mesi. Invece zitti e pedalare: se non prendi gol a Napoli, senza tutta la difesa titolare, vuol dire che a Inzaghi vanno fatti solo i complimenti. L’Inter gioca benissimo quando ha campo e il Napoli non si è scucito lo scudetto dal petto domenica ma il 29 maggio quando Spalletti ha annunciato che non sarebbe più stato l’allenatore, ha fatto sembrare una buona squadra una squadra di marziani».
Fabregas risponde con l'ex Morata prima punta. Tudor proprio non vede l'unico giocatore in grado di segnare, con Openda che sta rendendo pochissimo. 4-3-3 completato da Conceiçao, in difesa Kelly-Rugani
La chiave è il tocco di Gilmour: Marcenaro e Doveri (al Var) l'hanno interpretato come un tocco volontario, mentre il quotidiano abbozza l'ipotesi che possa essere considerata una deviazione (in quel caso è fuorigioco)
di Armando De Martino - Il pallone che non entra e - peggio - i corpi che non reggono. Siamo solo a ottobre, Conte parla di mentalità ma il rischio è di non avere gli uomini a disposizione prima ancora che si possa forgiare
"A Conte non mancano segnali positivi. L'olandese spera di avere spazio martedì contro il suo passato, mentre ieri sera ha mostrato personalità nella mezz'ora a disposizione"
“È l'editore di questo giornale. I presidenti investono molti soldi. Non aiutati, non sostenuti dal sistema sport, in particolare dalla politica che fa finta di niente”
"Ha involontariamente fatto segnare Simeone. Proprio col Cholito è impietoso il paragone se pensiamo a Lucca, che lo ha di fatto sostituito al Napoli. Si è visto anche l'impatto di Politano appena entrato"
Su Gazzetta. "Altrimenti bisognerà registrare altri meccanismi e posizionamenti in campo. Pur considerando le assenze di McTominay e Hojlund, il Napoli non è stato brillante"
Lucca è costato poco meno di 40 milioni, contro gli spiccioli lasciati da Simeone e la metà pagata dall’Atletico Madrid per il pari età Raspadori ora titolare della Nazionale