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Mazzarri non è cambiato, ha conservato la sua Weltanschauung provinciale

Com’era prevedibile, non c’è nulla del cambiamento di cui parlò nell’intervista al Corsport. È rimasto sé stesso e ahinoi si vede

Mazzarri non è cambiato, ha conservato la sua Weltanschauung provinciale
Mg Bergamo 25/11/2023 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Walter Mazzarri

In cinque anni (2013-2018) il Napoli è passato da Mazzarri ad Ancelotti. Cinque anni dopo (2018-2023), con la parentesi fulminea di uno scudetto cucitosi in petto in pochi mesi di campionato, è tornato da Ancelotti a Mazzarri. Non può essere un caso: è il risultato di una regressione gestionale assurda, quasi inspiegabile.

E pensare che l’annuncio del ritorno di Mazzarri era stato accolto con nostalgia.

Quando è tornato in panchina, sembrava passato un secolo: Walter Mazzarri con la sciarpa al collo e il cappotto levato nei momenti di nervosismo, di incertezza. Ci siamo ritrovati più giovani di dieci anni, per qualche settimana ci ha regalato l’idea che il tempo non fosse volato, che avrebbe potuto ancora prendere una squadra in corsa e rivoluzionarla, sbranare tutti con l’impeto di una volta.

Altro che la svolta annunciata al Corsport

Nell’intervista al Corriere dello Sport che lo aveva candidato a subentrare – come poi effettivamente è stato – a Rudi Garcia, allenatore modesto trattato come la reincarnazione di Lilith, Mazzarri aveva tenuto a rassicurare De Laurentiis e il Napoli che se fosse arrivata una chiamata si sarebbe inchinato: 4-3-3 e possesso palla, la ricetta che ha portato la squadra allo scudetto. Un’intervista trasformata in una candidatura.

Era prevedibile, e queste dieci partite ce lo hanno dimostrato: non è vero niente. Tutte le vuote frasi sul presunto aggiornamento, sulla ricerca di un calcio identitario alla stregua del lavoro di Spalletti, Lobotka al centro del gioco. Non è vero niente.

Può aver tratto in inganno qualche partita vinta per manifesta superiorità contro Braga e Cagliari? Oppure quella rocambolesca di Bergamo? Persino una sconfitta larga e meritata come quella del Bernabeu – per non parlare di quella in casa contro un’Inter che ha surclassato il Napoli per carisma e controllo degli eventi – aveva riacceso le speranze. È tornato il Napoli dell’anno scorso, la squadra è viva e sta con Mazzarri: mica Kvaratskhelia e Osimhen fanno scenate contro l’allenatore. Tra la tifoseria e l’ambiente giornalistico si dispensavano frasi di questo tipo come per combattere il destino.

Mazzarri è una scelta figlia della mancanza di coraggio di De Laurentiis

E in un certo senso è anche vero, il Napoli che ha pareggiato contro il Monza assomiglia parecchio a Mazzarri. Alla sua versione senile, però, quella più grigia e svuotata: il Napoli è nervoso, compassato nella manovra, molle nelle gambe. La narrazione non può prescindere dai fatti, è anzi una conseguenza stessa delle azioni.

Il Napoli di Mazzarri è peggio di quello di Garcia in tutto ed è giusto prenderne atto. È il figlio legittimo di un tecnico che ha conservato la sua Weltanschauung provinciale che avevamo lasciato dieci anni fa. Ma soprattutto è figlio della nuova mancanza di coraggio di De Laurentiis. Quest’estate doveva essere completato un percorso di rivoluzione perenne, e invece i giocatori a scadenza di contratto e infelici sono rimasti sul groppone. Il 2023 si è chiuso con quattro punti ottenuti in cinque gare, l’umiliazione dello 0-4 in Coppa Italia – unico obiettivo stagionale rimasto alla portata – contro un Frosinone in emergenza d’organico e la cessione di Elijf Elmas, che in molti sottovalutano ma fondamentale anche per il Napoli dello Scudetto.

Walter Mazzarri non sarà l’allenatore del Napoli, probabilmente, per la prossima stagione. E, nonostante l’affetto che lo legherà per sempre alla città, aggiungiamo: menomale. Siamo passati dalla rabbia di fronte al Napoli di Garcia all’inedia che provoca quello del Mazzarri-bis.

Pochi punti fermi aveva De Laurentiis fino a che il senno ha guidato le sue decisioni: no alle minestre riscaldate. Che questa valga da lezione.

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