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Ginnastica ritmica, tante le Procure che indagano sulle denunce di abusi delle ragazze (La Stampa)

Se la giustizia sportiva ha fatto finta di niente, quella ordinaria no. Non tutti nel Consiglio hanno gradito il ritorno di Maccarani direttore tecnico

Ginnastica ritmica, tante le Procure che indagano sulle denunce di abusi delle ragazze (La Stampa)
Team Italy competes in the group all-around qualification of the Rhythmic Gymnastics event during Tokyo 2020 Olympic Games at Ariake Gymnastics centre in Tokyo, on August 7, 2021. (Photo by Lionel BONAVENTURE / AFP)

Ginnastica ritmica, sono tante le Procure che indagano sulle denunce di abusi delle ragazze (La Stampa)

Dopo il ritorno di Maccarani alla guida della direzione tecnica della Nazionale di ginnastica ritmica, ecco cosa scrive il quotidiano La Stampa:

Torna al suo posto, anche se non se n’era davvero mai andata. Assolta con un buffetto sulla guancia dalla procura sportiva dalle accuse di abusi psicologici su alcune delle sue ex atlete, la pluripremiata allenatrice delle Farfalle Emanuela Maccarani è di nuovo la direttrice tecnica nazionale della ginnastica ritmica. L’ha comunicato ieri durante un a dir poco movimentato consiglio il presidente della Fgi Gherardo Tecchi, che ricopriva ad interim il ruolo ed è da sempre convinto e irremovibile sostenitore della bontà del metodo Maccarani.

La direzione tecnica della ginnastica ritmica.

Nelle ultime tre settimane è girata tra le allenatrici delle categorie maggiori una lettera appello a Tecchi per chiedere il ritorno «di una guida autorevole, competente e disponibile all’ascolto», una figura «imprescindibile nel mondo della ritmica». E così è stato, anche se parte del consiglio federale sul caso Maccarani avrebbe preferito aspettare la decisione della procura di Monza.

Su quel che accadeva nella palestra delle Farfalle indaga la procura di Monza che, dopo il rifiuto del gip di concedere una seconda proroga per i tempi dell’indagine, dovrebbe decidere entro la fine di gennaio se chiedere il rinvio a giudizio dell’allenatrice e della sua assistente Tishina. Si indaga a Monza come a Brescia e a Firenze: con le testimonianze di Basta e Corradini sono arrivate a centinaia e da tutta Italia le storie di atlete insultate e costrette a regimi alimentari assurdi, in alcuni casi poi trasformati in seri disturbi alimentari. Qualche storia è finita in procura, come è successo a Monza, Brescia e Firenze, qualche altra invece no. Almeno, non ancora.

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