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Arnaldi: «Somiglio a Djokovic: parto dalla difesa ma mi sposto sempre più in avanti»

Al Messaggero: «Spero i ragazzi guardino come lavoriamo su noi stessi: due anni fa io non ero dove sono ora, il lavoro paga sempre»

Arnaldi: «Somiglio a Djokovic: parto dalla difesa ma mi sposto sempre più in avanti»
Cm Bologna 13/09/2023 - Coppa Davis / Italia-Canada / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Matteo Arnaldi

L’intervista di Matteo Arnaldi al Messaggero. Insieme a Sinner, Musetti, Sonego e Bolelli, Arnaldi ha vinto l’ultima Coppa Davis a Malaga. Arnaldi poteva diventare il Phelps italiano:

«A 12 anni ho scelto fra nuoto e tennis: mi divertivo di più e c’era più gente, in acqua sei sempre da solo. In mare qui (in Australia, ndr) non ci nuoto, magari vado in piscina».

Il giovane tennista italiano, numero 44 del mondo, ha un carattere riservato:

«Vero, di carattere siamo simili (Arnaldi, Sinner, Berrettini e Sonego, ndr), tranquilli. Perciò ci siamo subito trovati in sintonia e abbiamo fatto gruppo, fuori, prima ancora che in campo. Sapevamo già che potevamo vincere, ce l’abbiamo fatta al primo anno di Davis, siamo giovani e per i prossimi anni possiamo far bene».

I campione dell’ultima Davis un esempio per i giovani atleti:

«Speriamo proprio di portare sempre più ragazzi al tennis. Spero guardino come lavoriamo su noi stessi: due anni fa io non ero dove sono ora, il lavoro paga sempre. E spero che soprattutto agli inizi il tennis costi sempre meno. È una scuola di vita anche per la persona: mi ha insegnato di me stesso cose che uno sport di squadra non mi avrebbe insegnato. Sei sempre solo tu che decide e che fai, e costruisci il destino».

Uno sguardo al 2024 e un giudizio sul 2023:

«Non ci poniamo obiettivi di classifica, vogliamo consolidare il livello e giocare più partite possibile. Giocherò tornei nuovi, come in Massico, e cercherò di salire di livello in quelli che prima giocavo nelle qualificazione, come Indian Wells e Miami. Nel 2023 ho giocato abbastanza bene in Australia, ho vinto il Challenger di Tenerife, poi ho fatto le prime esperienze Atp, sono calato un pochettino. Diciamo che sono andato a scalare, sono cresciuto tanto, in tutto, e sono migliorato continuamente».

Il punto di riferimento di Arnaldi è Djokovic:

«Sin da piccolo, come gioco e come gestione. Gli somiglio anche: parto dalla difesa ma il gioco si sta spostando sempre più in avanti, a rete. E poi anch’io sono molto elastico, faccio le spaccate per recuperare».

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