La Juventus premia Fagioli con un bel rinnovo. Giuntoli: «Lo supportiamo in tutto»
In Inghilterra a Tonali il Newcastle ha tagliato lo stipendio di 5,7 milioni l'anno. A Torino la squalifica per scommesse clandestine è premiante

Db Torino 14/05/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Cremonese / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Nicolo’ Fagioli
Non solo continuano a pagargli lo stipendio da squalificato. Ma la Juventus premia Nicolò Fagioli con un bel rinnovo di contratto fino al 30 giugno 2028. La squalifica per scommesse clandestine? E che sarà mai. A Tonali per esempio hanno tagliato lo stipendio di quasi 6 milioni l’anno. Ma a Torino sono per la riabilitazione immediata, addirittura premiante.
“Continua dunque il rapporto con Nicolò – si legge nella nota ufficiale della Juventus – che è bianconero dai tempi del settore giovanile, essendo arrivato alla Juventus nel 2015, quando aveva solamente 14 anni.
E Cristiano Giuntoli commenta: «Confermiamo quanto avevamo già avuto modo di comunicare qualche settimana fa: supportiamo Nicolò Fagioli nel suo percorso, terapeutico e formativo, e vogliamo fornirgli tutto il sostegno di cui avrà bisogno nei prossimi mesi. Il rinnovo del contratto del giocatore va esattamente in questa direzione, ma non solo: Nicolò è per noi un giocatore molto importante, la sua qualità tecnica e la sua intelligenza tattica sono conosciute a tutti, e siamo convinti che il suo ritorno in campo sarà per noi un valore aggiunto di primaria rilevanza. Quindi Fagioli deve sapere, e sa, che può continuare a lavorare, allenandosi ogni giorno con la squadra, con la dovuta serenità. E sa anche che noi contiamo su di lui e lo aspettiamo».
FAGIOLI NON AVEVA PARLATO DI MINACCE RICEVUTE:
CorSera: La patologia delle scommesse si scontra con la metodologia della criminalità: «Aumentando il mio debito e ricevendo pesanti minacce fisiche (tipo: “Ti spezzo le gambe”) anche durante la notte pensavo di giocare solo per tentare di recuperare il mio debito», racconta Nicolò Fagioli il 28 settembre, davanti alla Procura della Federcalcio. Insomma, minacce esplicite alla sua incolumità, roba da bische e gangster. Eppure, tre mesi prima, era il 23 giugno al quinto piano della Procura di Torino, quella frase, così ruvida e significativa, non c’è sul verbale di interrogatorio reso al pubblico ministero Manuela Pedrotta e a tre agenti della Squadra mobile. Fagioli avrebbe potuto inconsciamente sminuire l’episodio delle minacce per aver subito l’intimidazione, appunto; oppure l’avrebbe sottolineata in sede sportiva per alleviare la propria posizione, in vista della squalifica.