Basta allenatori che attaccano gli arbitri, non li difende mai nessuno e alla fine resterà solo la Var (Telegraph)
Postecoglou come Clough. Ci voleva lui per compere il ciclo delle lamentele tattiche. Ormai si fanno solo per ottenere vantaggi in futuro

C’è una bellissima intervista con Brian Clough del suo periodo di massimo splendore negli anni ’70, in cui l’iconico tecnico che vinse due Coppe dei Campioni con il Nottingham Forest fa a pezzi John Motson, uno storico telecronista inglese che stava accusando l’arbitro: “Non mi interessa se di tanto in tanto gli dà ragione. Il punto è che l’arbitro prende le sue decisioni in cinque secondi, o due secondi, o un secondo, nella foga del momento con 22 giocatori e 30.000 persone che gli urlano addosso. Bisognerebbe sottolineare quanto sia difficile arbitrare una partita”. E su questa linea Sam Wallace sul Telegraph dice basta: basta con questi allenatori tipo Arteta che se la prendono semore con arbitri e Var.
“Ci vogliono persone di statura nel calcio che difendano gli arbitri – scrive – perché, in parole povere, non possono farlo da soli. Non hanno una base di tifosi militanti su cui appoggiarsi, e nessuno spazio per fare interviste perché, come Clough giustamente sottolineò 50 anni fa, l’unico interesse per loro è quando rovinano tutto. Ed è un lavoro duro”.
“Anche quando i tecnici non sono sicuri del motivo per cui pensano che l’arbitro potrebbe sbagliarsi – o addirittura se esiste davvero questo motivo – hanno comunque la confidenza necessaria per imbarcarsi in queste straordinarie polemiche”.
Il Telegraph elogia Postecoglou – che in questo momento è una specie di eroe in Premier: “Il calcio ha diminuito così a lungo l’autorità dei suoi arbitri e assistenti che l’intervento di Postecoglou è stato estremamente raro. Ha detto ciò che molti dei suoi compagni allenatori sano in cuor loro che il lavoro dell’arbitro è reso quasi impossibile dalle pressioni di giocatori e dirigenti. Per non parlare dell’aspettativa che il Var possa risolvere tutto”.
“Cosa spinge tecnici come Jürgen Klopp, Jose Mourinho, o Arteta e molti altri a comportarsi così?”, si chiede Wallace. Probabilmente “una paura irrazionale che, se non lo fanno, potrebbero generare ulteriori decisioni contro di loro. L’idea che l’unico modo per controllare il destino sia inveire contro l’arbitro della giornata per assicurarsi che quello successiva sia più conforme”.
E così anche i club che li appoggiano, il ragionamento è lo stesso: “è un compito che si sentono obbligati a svolgere. Non fare nulla lascerebbe una sorta di imbarazzante disallineamento tra loro e il tecnico, quindi prendono il percorso di minor resistenza”.
E poi le tv ci azzuppano. Ci è voluto Postecoglou – lui stesso ammonito lunedì sera per aver lasciato la sua area tecnica – per rompere quel ciclo, scrive il Telegraph.
“Devi accettare la decisione dell’arbitro. È così che sono cresciuto. Questa costante erosione dell’autorità dell’arbitro è il punto in cui andrà a finire il gioco: non avranno alcuna autorità. Saremo sotto il controllo di qualcuno con uno schermo televisivo a poche miglia di distanza”.