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Il Napoli non ha recepito (o non vuole) ciò che chiede Garcia (Il Giornale)

Questo è un Napoli ibrido, che vorrebbe giocare ancora alla Spalletti ma la squadra disinvolta e spettacolare della scorsa stagione non c’è più

Il Napoli non ha recepito (o non vuole) ciò che chiede Garcia (Il Giornale)
Db Napoli 08/10/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: gol Giacomo Bonaventura

Il Napoli è un ibrido: non è più quello di Spalletti e non applica quel che vuole Garcia. Lo scrive Il Giornale dopo la sconfitta interna con la Fiorentina per 3-1.

Non c’è la squadra disinvolta e spettacolare della scorsa stagione: questo è un Napoli ibrido, che vorrebbe giocare ancora alla Spalletti ma che non ha recepito (o non vuole) ciò che chiede Garcia.

La partita azzurra è un incubo che non t’aspetti, chissà se illuso dalla previsione di trovarsi di fronte un avversario stanco per le fatiche infrasettimanali o se penalizzato da un atteggiamento tattico troppo prudente: in questo caso l’errore tattico è evidente perché il palleggio è della Fiorentina e Garcia è costretto a subire il fraseggio voluto da Italiano.

SCRIVE IL CORSPORT

La lezione di Italiano è un saggio d’eleganza, di autorevolezza e la sosta diventa ora un tormento per Garcia, che torna a stare su un filo – chissà quanto esile – perché la rovinosa nottata gli appartiene per intero.

Sulla ripartenza di Parisi (47′ st) che vale il 3-1 di Nico Gonzalez, il festival di Italiano, l’incubo di De Laurentiis, uomo di meditazioni, che dinnanzi a quel Napoli se lo starà chiedendo: perché sta già rischiando di crollare tutto? Perché Rudi?

LA PAGELLA NAPOLISTA DI GARCIA

GARCIA (E DE LAURENTIIS). Anche il Napoli di Spalletti soffriva la Viola “italiana” e cartesiana ma questa è una catastrofe, per giunta arrivata dopo le recenti illusioni. Purtroppo, come detto prima, l’autogestione si è dimostrata fallace e stasera il nichilismo del Violinista genera solo caos e ha la sua nefasta epifania nell’agghiacciante sequela dei cambi. Infierire però è un esercizio crudele, anche perché come noi napolisti indichiamo da mesi nel deserto metropolitano la causa prima non causata di questa catastrofe: il presidente che si fece Imperatore e Masaniello, solingo al comando. Solo che adesso il Divo Aurelio è diventato come Nerone e assiste all’incendio di una squadra gioiello e modello suonando la lira e facendosi dire quant’è bello e quant’è bravo. E qualsiasi soluzione prenderà, sarà solo un palliativo, ahimè. Chissà magari riproporrà i ritiri punitivi, annuncerà per la settantaduesima volta il rinnovo di Osimhen, richiamerà Edy Reja, ripescherà il disoccupato Semplici, farà altri tweet alla Pappalardo, per la serie: “Ricominciamo” – 3

Cambia modulo troppo spesso e si impegola in sostituzioni che sembrano rebus matematici che alla fine non comprende nessuno. Diciamo che siamo ripartiti da Bologna e ci siamo fermati a Firenze. Con l’aggravante che la Fiorentina, che ha riposato meno di noi, non ci fa capire nulla – 4  

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