Lì dove c’era un’orchestra, adesso ci sono alcuni solisti che cercano di imbastire una musica comunque orecchiabile.

Garcia ha destrutturato il Napoli ma il nuovo look non è chiaro nemmeno ai calciatori (Gazzetta).
Ecco cosa scrive la Gazzetta dopo la vittoria della Fiorentina a Napoli per 3-1.
Non c’è più negli azzurri l’aggressività dello scorso anno e nemmeno la facilità nelle uscite in situazioni scomode. È come se la squadra avesse perso la capacità di superare la pressione avversaria in palleggio e allora si affida ai lanci lunghi o alle ripartenze. Garcia ha destrutturato il Napoli di Spalletti, ma il nuovo look ancora non è chiaro: pazienza se non lo è per noi, ma l’impressione è che non lo sia nemmeno per i giocatori. Italiano era così convinto del proprio impianto tattico da accettare il tre contro tre dietro, mentre Garcia non ha mai trovato una chiave.
Tutto studiato e tutto eseguito alla perfezione. Il Napoli si è affidato invece a qualche fiammata: lì dove c’era un’orchestra, adesso ci sono alcuni solisti che cercano di imbastire una musica comunque orecchiabile. E Osimhen, come detto, avrebbe anche potuto indirizzare diversamente la gara, ma non sarebbe stato giusto. Il calcio è pieno di partite cambiate e risolte dagli episodi, ma ieri la Fiorentina è stata troppo superiore. E Italiano ha dato una severa lezione a Garcia.
GARCIA (E DE LAURENTIIS). Anche il Napoli di Spalletti soffriva la Viola “italiana” e cartesiana ma questa è una catastrofe, per giunta arrivata dopo le recenti illusioni. Purtroppo, come detto prima, l’autogestione si è dimostrata fallace e stasera il nichilismo del Violinista genera solo caos e ha la sua nefasta epifania nell’agghiacciante sequela dei cambi. Infierire però è un esercizio crudele, anche perché come noi napolisti indichiamo da mesi nel deserto metropolitano la causa prima non causata di questa catastrofe: il presidente che si fece Imperatore e Masaniello, solingo al comando. Solo che adesso il Divo Aurelio è diventato come Nerone e assiste all’incendio di una squadra gioiello e modello suonando la lira e facendosi dire quant’è bello e quant’è bravo. E qualsiasi soluzione prenderà, sarà solo un palliativo, ahimè. Chissà magari riproporrà i ritiri punitivi, annuncerà per la settantaduesima volta il rinnovo di Osimhen, richiamerà Edy Reja, ripescherà il disoccupato Semplici, farà altri tweet alla Pappalardo, per la serie: “Ricominciamo” – 3
Cambia modulo troppo spesso e si impegola in sostituzioni che sembrano rebus matematici che alla fine non comprende nessuno. Diciamo che siamo ripartiti da Bologna e ci siamo fermati a Firenze. Con l’aggravante che la Fiorentina, che ha riposato meno di noi, non ci fa capire nulla – 4