Albertini: «I calciatori sono aziende ma si ritrovano a 20 anni pieni di soldi e “lupi” attorno»
A Libero: «nessuno insegna loro cosa vuole dire “essere professionista”. Banalmente, molti non sanno gestire la noia»

Demetrio Albertini intervistato da Libero sulla vicenda scommesse.
Albertini parla dai calciatori, li definisce aziende.
«Vere e proprie aziende. Anzi, sono “aziende nelle aziende” mandate allo sbaraglio. Prova a pensare a cosa facevi tu a 20 anni, probabilmente studiavi, loro si ritrovano con una montagna di soldi, una marea di “lupi” attorno e non sanno nemmeno come si apre un conto in banca. Nessuno fa fare un percorso a questi giocatori per insegnare loro cosa vuole dire “essere professionista”. Una persona comune certi step li può fare a 25 anni, un calciatore non può perché è già a metà della carriera e se non ha seminato bene… rovina tutto».
Albertini: «Banalmente, molti non sanno gestire la noia, è un problema comune che porta a inciampare in errori clamorosi. Non solo le scommesse, pensa anche ai social, ai post… Pubblicare un post in un modo o nell’altro dà un percepito completamente diverso della propria persona. I procuratori, gli agenti, i cosiddetti “entourage dei calciatori” sottovalutano queste cose che invece sono importantissime».
«Ci sono tanti privilegi, ma bisogna saper gestire le proprie vite sportive. Da presidente del settore tecnico ho inserito dei corsi per aiutare i ragazzi, bisogna sempre ricordarsi che le loro carriere, se tutto va bene, durano “solo” 10 o 15 anni, non possono permettersi di sbagliare. Altrimenti rischiano di ritrovarsi coinvolti in scandali più grandi di loro».
SCOMMESSE, CHE SUCCEDE SE I GIOCATORI NON PAGANO? (REPUBBLICA)
In questo filone scommesse c’è un aspetto che non è stato indagato, almeno non mediaticamente, ossia il rapporto tra i calciatori e quest’universo di piattaforme illegali. Repubblica avanza un sospetto attraverso una domanda.