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L’incredibile storia del Backa Topola, la squadra serba finanziata da Orban. Il calcio è geopolitica

Sul Guardian. L’Ungheria usa il calcio per penetrare politicamente in Serbia, Romania e Slovacchia. “I confini non fermano il soft-power”

L’incredibile storia del Backa Topola, la squadra serba finanziata da Orban. Il calcio è geopolitica
Db Cesena 07/06/2022 - Uefa Nations League / Italia-Ungheria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Viktor Orban-Gabriele Gravina

“Il nostro Paese, ora, è la Serbia-Ungheria”. Quando non volete credere che il calcio è ormai un’arma geopolitica, pensate al Tsc Backa Topola che ieri ha esordito in Europa League perdendo 3-1 in casa del West Ham. Il Tsc è una squadra serba nella forma, ma è una una squadra ungherese nella sostanza. E’ una creatura di Viktor Orban.

Il primo ministro ungherese, racconta il Guardian, ha una passione per il calcio smodata e interessata. Ha capito che è uno strumento per “muoversi” da protagonista in Europa. “Ha da tempo investito ingenti somme di denaro modernizzando le infrastrutture mentre altri elementi dell’attività del governo regrediscono sempre più nell’autoritarismo”.

Backa Topola è una piccola città nel nord della Serbia a quasi 5o chilometri dal confine con l’Ungheria. La regione circostante, la Vojvodina, conta quasi 185.000 persone di etnia ungherese e molti di loro hanno diritto a richiedere la cittadinanza, con tanti di diritto al voto.

Il Tsc, grazie all’intervento di Orban, la scorsa stagione hanno rotto il duopolio quasi permanente dei due giganti del campionato serbo, la Stella Rossa e il Partizan, chiudendo secondi la SuperLiga.

“Questo è un club serbo aiutato dagli ungheresi a raggiungere il livello in cui siamo ora”, ammette il presidente del Tsc Janos Zsemberi. “Il governo ungherese ci ha aiutato e abbiamo il loro sostegno grazie alla comunità ungherese che vive qui e nelle vicinanze. Ma siamo un club serbo”.

Il Tsc è sponsorizzato dalla multinazionale ungherese del petrolio e del gas Mol. L’accademia è parzialmente finanziata dalla federcalcio ungherese, che ha investito sulle strutture del club circa 30 milioni di euro. Il Tsc lavora a stretto contatto con la Puskas Academy, un lussuoso progetto con sede oltre confine, nel villaggio d’infanzia di Orban, Felcsut.

Ma la Serbia – spiega il Guardian – non è l’unico paese nel quale investono gli ungheresi: ce ne sono ancora di più in Slovacchia e Romania, e anche in Croazia, con progetti calcistici simili. “I confini rigidi offrono poca resistenza al soft power”.

“Riceviamo tutti denaro dalle stesse fonti, quindi ci conosciamo da quegli incontri”, dice Zsemberi. “I nostri allenatori e giocatori condividono esperienze e riescono sempre a sentire e vedere qualcosa di diverso”.

“Alcuni dei vantaggi per Orban sono chiari – continua il Guardian – creando impianti e strutture calcistiche scintillanti ed efficienti che hanno pochi rivali a livello regionale, il nazionalismo ungherese e l’influenza economica tra le sue comunità etniche diventano drammaticamente più pronunciati”.

“Il Tsc è visti favorevolmente in Serbia. In un Paese in cui campi e stadi sono scarsamente curati, club sottofinanziati e giocatori spesso non pagati in tempo, il Tsc indica la strada a coloro che cercano una via d’uscita da un decadimento apparentemente terminale. Orban e i suoi partner hanno toccato una corda, dando alle aree affamate di successo qualcosa che desiderano”.

Il Tsc rappresenta un ponte tra due paesi che hanno stretto legami politici più forti sotto Orban e il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, confermando una partnership strategica”.

Quando il Tsc gioca in Europa rappresenta la Serbia o l’Ungheria? “Entrambi i Paesi”, risponde il presidente.

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