Tudor: «Si cresce quando non si è mai contenti. Tante problematiche non hanno aiutato la Juve quest’anno»
In conferenza: «La mia avventura alla Lazio? Le difficoltà sono ovunque e diverse. Ogni club ha i suoi problemi, quindi bisogna far crescere la fiducia e crescere dal punto di vista fisico».

Mg Torino 03/01/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Udinese / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Igor Tudor
Igor Tudor, tecnico della Juventus, in conferenza stampa in vista del match contro la Lazio di campionato.
Tudor: «Si cresce quando non si è mai contenti. Tante problematiche non hanno aiutato la Juve quest’anno»
Vuole vedere una squadra aggressiva come a Bologna?
«A Bologna è stata una partita fatta bene da tutti, l’obiettivo è sempre essere con quella mentalità, andare avanti, fare male e poi difendersi tutti».
Che settimana è stata?
«Ho visto consapevolezza e fiducia, poi tanta voglia di fare bene. Sappiamo l’importanza della partita e ci siamo preparati al meglio».
Come stanno Vlahovic, Gatti e Koopmeiners?
Tudor: «Dusan sta bene. Ha fatto tutta la settimana con noi. Invece gli altri due non ci saranno, a parte Gatti che ha fatto una piccola parte con noi e verrà in panchina».
Ci sono similitudini con la sua avventura alla Lazio?
«Non si possono paragonare le situazioni, difficile fare paragoni. Quando si parla di lavori, c’è solo un lavoro da fare ed è quello da allenatore, da fare al massimo. Le difficoltà sono ovunque e diverse. Dal mio punto di vista le problematiche sono simili in ogni club di ogni livello. C’è da far crescere la fiducia, crescere dal punto di vista fisico. Dal primo giorno qui ci sono problematiche importanti, giocatori fuori, ma vanno accettate. Ho visto una squadra vogliosa di finire bene la stagione e prendere quello che vogliamo».
Come si affronta la Lazio? Ha voglia di rivincita?
«Non ho mai parlato dopo la mia avventura alla Lazio. Lo scorso anno abbiamo fatto un grande lavoro e siamo andati in Europa League. Poi ho preso una decisione in serenità e voglio bene a tutti. Domani sarà una partita diversa rispetto a Bologna, ma hanno altre qualità. La Lazio è una squadra esperta con giocatori forti. Dobbiamo stare attenti su tutti. Noi però dobbiamo concentrarci su noi stessi.»
Cosa servirà per ricostruire la Juve?
Tudor: «È una domanda sul futuro e non voglio rispondere. Noi dobbiamo concentrarci sul presente e non pensare al futuro. Poi vedremo.»
Che Juventus vorrebbe rivedere domani?
«Ci sono stati tanti sprazzi di partita fatti bene. Ho visto ottimi primi tempi come a Roma, dove abbiamo creato e giocato molto bene. Dal primo giorno dico sempre non bisogna limitarsi quando si chiede di costruire una squadra, bisogna lavorare su tutto. Ci sono problematiche che magari non ti aiutano, però non bisogna arrendersi e andare al massimo».
Come mai non avete mai segnato nei secondi tempi?
«Non penso mai a queste robe qua. Io alleno sempre per andare forte. Noi dobbiamo andare sempre forte. Questa è la mentalità che vogliamo tenere. Non è che dopo 1-0 si va piano o dico di andare piano. Ci sono tanti argomenti che potrei tirare fuori, ma non è il momento e non porta a niente».
Questa partita è una finale per la Champions?
«È una finale da 6, 7 partite per voi. È una partita importante, tutti giocano per qualcosa e vogliono vincere, sono tre partite uguali. Questa è la più importante perché è la prima».
Su Douglas Luiz?
«Non voglio ripetermi. È un giocatore forte, gli voglio bene e spero possa dare tanto fino alla fine».
È soddisfatto di quello che sta facendo?
«Non sono mai contento. Un allenatore non può mai essere contento. Quando si gioca a un grande livello, generalmente sono contento, la squadra è in crescita e dà tutto. Vedo tanta positività, l’esigenza deve essere quella, se non c’è, non c’è crescita. Non essere mai contenti è la chiave della crescita».
Lei è convinto della qualificazione in Champions?
«Sì, sono convinto, ma sono convinti tutti. Tutte le squadre pensano di essere forti. Poi c’è il campo. A volte le parole sono fumo. Bisogna prepararsi bene, è lì che si crea la convinzione».