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Tebas: «L’Eca ha orchestrato un colpo di stato silenzioso nel calcio europeo»

Il Presidente della Liga sul Guardian: “Hanno potenziato i club più grandi del continente, consentendogli di esercitare un maggiore controllo sul calcio”

Tebas: «L’Eca ha orchestrato un colpo di stato silenzioso nel calcio europeo»
The president of Spanish Liga Javier Tebas is pictured during an AFP interview in Madrid on October 21, 2020. (Photo by PIERRE-PHILIPPE MARCOU / AFP)

A Tebas non è andato giù il pezzo di Charlie Marshall, Ceo della European Club Association (la famosa Eca una volta presieduta da Andrea Agnelli) sul Guardian di qualche settimana fa, e risponde dalle colonne dello stesso giornale. Scrive il Presidente della Liga che “è imperativo mettere le cose in chiaro e far luce sulla vera natura delle azioni dell’Eca e sulle distorsioni che ha causato all’interno del panorama calcistico”.

La verità è che l’Eca ha gradualmente orchestrato un colpo di stato silenzioso all’interno della struttura di governance del calcio europeo. Questo lento colpo di stato è progettato per potenziare i club più grandi del continente, consentendo loro di esercitare un maggiore controllo sullo sport”.La manna finanziaria delle competizioni europee ha portato a significative distorsioni all’interno dei loro campionati nazionali.

Tebas denuncia “il deficit democratico all’interno dell’Eca, un punto cruciale su cui Marshall opportunamente sorvola. Dei 330 club aventi diritto di voto, solo 140 possiedono pieno diritto di voto, mentre i restanti 190 hanno un potere di voto significativamente limitato. Questa disparità nei diritti di voto mette in mostra la natura antidemocratica dell’Eca, in cui una minoranza di club detiene una quantità sproporzionata di influenza e potere decisionale“.

Tebas è nemico giurato dell’Eca e del suo presidente Al-Khelaifi. Ha deciso di fondare un’associazione dei club europei parallela e in opposizione, l’Uec, Unione dei Club europei, in rappresentanza di tutti i club che considera al di fuori dell’élite, cercando di rosicchiare potere e soldi nella gara ad accaparrarsi le ricchezze del calcio che verrà.

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