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Mancini attacca Gravina: «Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct?»

Intervista a CorSport e Repubblica: «Se avesse voluto avrebbe potuto trattenermi. Verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto».

Mancini attacca Gravina: «Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct?»
Mg Londra (Inghilterra) 01/06/2022 - Finalissima 2022 / Italia-Argentina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Roberto Mancini-Gabriele Gravina

Roberto Mancini racconta la sua versione sulle dimissioni improvvise dalla panchina della Nazionale italiana in una lunga intervista al Corriere dello Sport firmata da Xavier Jacobelli e Fabrizio Patania.

«Non sono scappato da nessuna parte. Non ho ucciso nessuno. Non credo di meritare tutto il fango che mi stanno buttando addosso. Non ho ammazzato nessuno, merito rispetto. E l’Arabia saudita non c’entra nulla. Proprio nulla».

Perché Mancini lascia la Nazionale?

«Ho sperato di poter andare avanti perché allenare l’Italia mi piaceva moltissimo, però, quando poi le situazioni cambiano e capisce che è arrivato il momento di lasciare, devi anticipare i tempi delle tue decisioni e ripeto, con grande dispiacere, l’ho fatto».

Sui tempi della scelta:

«E’ dal 7 agosto che parlo con la Federazione. La decisione è stata presa adesso, ci sono venticinque giorni agli impegni con Macedonia del Nord e Ucraina. Mi dispiace, certo. Potevo anticipare di una settimana la mia scelta, questo sì. È quanto mi rimprovero. Le nomine delle nazionali erano state ufficializzate il 4 agosto. Non è passato troppo tempo da allora».

Si aspettava che Gravina la trattenesse? Mancini:

«Certo. Se uno vuole, le cose può farle cambiare».

È ancora possibile?

«No, penso che stiano prendendo Spalletti, al quale faccio tanti auguri».

Sul futuro: rivedremo presto Mancini in panchina?

«Mi sono dimesso dalla Nazionale, tornerò prima o poi a lavorare, faccio l’allenatore».

E se dicessimo Psg a settembre?

«Chissà».

Sulla discussione con Evani per l’utilizzo di Bonucci in Nations League:

«Non è vero. Sono balle, sono tutte balle, tutte quelle cose che sono uscite sono balle».

E su Buffon.

«Si è scritto che vado via perché è arrivato Buffon, non è vero, ho grande stima di Gigi, non c’entra assolutamente nulla il suo arrivo nel ruolo di capodelegazione, è stata una mia scelta lasciare la Nazionale».

Dopo la Pec ha più sentito Gravina? Mancini:

«No, non l’ho sentito».

Mancini ha rilasciato un’intervista anche a La Repubblica. Parla di Gravina e lo “accusa” di non averlo lasciato tranquillo.

«Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso».

Sulle scelte relative allo staff, in questo caso, è più esplicito. Davvero c’entra il nuovo staff? Mancini:

«Di tutto, certo. Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff di un ct? Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva, che al massimo poteva inserire un paio di figure in più, ma che non poteva privarmi di due persone di un gruppo di lavoro che funzionava, che funziona e che ha vinto l’Europeo. Semmai sono io che potevo sostituire un membro dello staff. Sapete la verità? È da un po’ di tempo che lui pensava cose opposte alle mie. Ma allora perché intervenire sullo staff? Cosa c’entra? A quel punto doveva mandare via me. Invece ha colto l’occasione perché alcuni miei collaboratori erano in scadenza e ha giocato su questo. Io potevo essere più duro, certo, ma pensavo lo capisse da solo».

E ribadisce:

«Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato. La verità è che non ha voluto che restassi, e che erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto».

È vero che voleva eliminare dal suo contratto la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024?

«Quello poteva essere un segnale. Lo avevo chiesto per lavorare tranquillo in questi mesi, tutto qui, è chiaro che sarei andato via se le cose non fossero andate bene e non fossimo riusciti a qualificarci».

Non ha pensato invece di dimettersi dopo il Mondiale mancato, un anno fa? Mancini:

«Io me ne sarei anche andato, ma mi hanno chiesto di rimanere. Sono stati cinque anni incredibili, l’Europeo sarà il mio ricordo più bello».

 

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