Laurienté: «Kvara e Leao? Conoscono i propri punti di forza e li esaltano. Io devo aumentare la mia efficacia»

A Sportweek il talento del Sassuolo: «Dionisi vuole che provi a saltare il difensore. Il dribbling è una possibilità, quando non c’è il passaggio immediato»

laurienté napoli

Db Reggio Emilia 17/02/2023 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia-Armand Lauriente'

Sembra essere la stagione degli esterni d’attacco. Ai nomi di Kvaratskhelia e di Leao dovrebbe aggiungersi anche quello di Laurienté. Giocando a Sassuolo è diventato il terzo in Serie A per dribbling tentati (86) e riusciti (38) dietro solo ai sopracitati. Da inizio febbraio è primo per numero di gol (7) della sua squadra ai quali ha preso parte, quattro reti e tre assist. Sportweek lo ha intervistato.

Il francese si è subito ambientato a Sassuolo:
«Non ho avuto molto tempo per studiare: appena arrivato sono stato messo in campo. Ho la fortuna di giocare in una squadra che esalta le mie qualità: velocità e uno contro uno».

Se il suo punto di forza sono i dribbling, è facile capire perché Dionisi gli chiede di puntare gli avversari:
«Vai avanti, vai avanti, mi ripete. Vuole che provi a saltare il difensore. Cos’è il dribbling? Il dribbling è una possibilità. Quando non c’è il passaggio immediato, ho la possibilità di cercarlo attraverso un dribbling. Ma non è un obbligo»

A sinistra come Kvaratskhelia e Leao. Cosa ti piace di loro?
«Sono efficaci. Guardandoli, si capisce come conoscano i propri punti di forza e sappiano esaltarli, nascondendo invece le debolezze. Sono i due migliori esterni della Serie A. Per arrivare alloro livello, devo aumentare la mia efficacia. Ma sono appena arrivato: ho ancora del tempo».

A 13 anni ha soggiornato a Clairefontaine, il centro tecnico federale da cui
escono i migliori talenti calcistici francesi. Tuo compagno di stanza, Kylian Mbappé:
«Non si parlava tanto del futuro, ma degli allenamenti, delle partite, di calcio in generale… Lui era un grande fan di Cristiano Ronaldo. E si parlava della scuola. Mbappé aveva voti migliori dei miei. In campo era già avanti rispetto a tutti, si vedeva che sarebbe diventato un grande. Giocavamo in squadre diverse, ma per me era ed è una fonte di ispirazione. Soprattutto perché al talento naturale ha unito tanto, tanto lavoro per arrivare al livello in cui è oggi»

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