Il Napoli visto da The Athletic: un progetto coraggioso, idee chiare e anche soldi spesi
Il giornale inglese racconta il Napoli di De Laurentiis, le sliding doors con Ibra, Haaland e Ronaldo e la filosofia alla base del successo

Db Milano 18/09/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabrizio Giuntoli
A Giuntoli è andato tutto liscio. Tutto tutto. Bravo, eh. Ma fortunato pure. In un momento – mesi – in cui ogni testata internazionale dal New York Times in giù ha dedicato almeno un pezzo d’elogio alla incredibile costruzione del Napoli di quest’anno, anche The Athletic non se lo nega. Ma premette che “nel calcio, anche i progetti più grandiosi contengono elementi di improvvisazione. Nessun direttore sportivo fa una wishlist di acquisti e riesce a spuntarli tutti. Prendi il Napoli per esempio…”.
James Horncastle fa pure un paio di salti indietro, e scrive: “Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del club, ha avuto il via libera per pagare la clausola rescissoria del contratto di Erling Haaland quando era un giocatore del Red Bull Salisburgo. Alla fine, Haaland ha scelto invece il Borussia Dortmund. Zlatan Ibrahimovic era pronto a trasferirsi al Napoli per una reunion con il suo vecchio amico del Paris Saint-Germain, Carlo Ancelotti. «Attirerei 80.000 spettatori ogni domenica», ha predetto con la solita umiltà, «e vincerei il titolo come Maradona». Ha anche pensato di vivere su una barca ormeggiata nel Golfo di Napoli. Una volta che il Napoli ha esonerato Ancelotti, però, ha cambiato idea”. “Sorge la domanda: e se uno dei due accordi fosse andato a buon fine? Quanto sarebbe diverso il Napoli? Sarebbero dove sono ora? La memoria si rinfresca alla scorsa estate quando il super agente Jorge Mendes lanciò l’idea di ingaggiare Cristiano Ronaldo”.
Insomma, il riferimento è chiaro: “il film Sliding Doors non è stato distribuito dallo studio Filmauro di Aurelio De Laurentiis, ma immagina se avessero preso uno di quei treni invece di quello su cui si trovano adesso. È divertente come le squadre di calcio prendono forma. Non è mai una scienza esatta. Il Napoli ha sempre avuto direttori sportivi affermati sotto De Laurentiis. Pier Paolo Marino ha portato Ezequiel Lavezzi e Marek Hamsik. Riccardo Bigon, figlio di Alberto, si è assicurato Edinson Cavani mentre Kim Min-jae, Stanislav Lobotka, Andre-Frank Zambo Anguissa, Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen sono opera di Giuntoli e i suoi cinque scout”.
The Athletic racconta come funziona, da anni, il Napoli. Ricorda che ogni allenatore ha portato qualcosa o qualcuno. Ma i soldi “non sono alla base della prima volta in assoluto del Napoli ai quarti di finale di Champions League. Nessuna leva in stile Barcellona è stata usata nell’assemblaggio di questa squadra e il costo complessivo di un undici titolare che ha fatto la storia è stato meno della metà di quello che il Chelsea ha speso in due finestre di mercato sotto Todd Boehly e Behdad Eghbali. Ma non è costato neanche poco (260 milioni di euro), almeno non per gli standard italiani. Il Milan è stato assemblato a meno”.
A proposito del “pappone”, Horncastle ricorda che De Laurentiis ha investito 45 milioni di euro su Lozano e 71 milioni di euro per Osimhen, “ora l’attaccante più ambito in Europa”. E che “l’unico giocatore che De Laurentiis ha perso contro la sua volontà è stato Higuain e questo perché la Juventus ha pagato la clausola rescissoria. Duro negoziatore, De Laurentiis raramente ha ceduto a proposte indecenti”.
Peraltro “De Laurentiis ha tenuto i giocatori molto più a lungo del previsto, appoggiandosi a contratti difficili da rompere, una nave ben gestita che significa che ha poche pressioni per vendere. De Laurentiis e Giuntoli hanno un merito particolare nel coraggio di abbattere il monte ingaggi e rompere con il passato, lasciando che David Ospina, Kalidou Koulibaly, Fabian, il capitano della squadra Lorenzo Insigne e il top scorer di tutti i tempi del Napoli, ‘Ciro’ Mertens, andassero via”.
“La squadra è stata rinfrescata e non ha più il bagaglio emotivo degli inciampi nelle corse passate per il titolo. Il Napoli, insomma, è stato premiato grazie all’opportunismo e alla prontezza di Giuntoli a rischiare. E l’alchimista Spalletti, nel frattempo, continua a lavorare alla sua magia”.