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Marquez: «Non ho rispettato l’infortunio, ma il motociclismo ha sempre voluto i supereroi»

Al CorSera: «Un chiarimento con Valentino Rossi? Mai dire mai. Non succederà domani, ma magari fra 20-30 anni chissà…».

Marquez: «Non ho rispettato l’infortunio, ma il motociclismo ha sempre voluto i supereroi»
Assen (Olanda) 01/07/2018 - gara Moto GP / foto Panoramic/Insidefoto/Image Sport nella foto: Marc Marquez ONLY ITALY

Sul Corriere della Sera un’intervista a Marc Marquez. Nei test di Portimao, dove il 26 marzo si terrà la prima gara della MotoGp, la Honda di Marquez è un po’ in difficoltà. Per lui sarà l’anno della verità dopo un calvario di incidenti e interventi chirurgici.

Un pilota può cambiare stile di guida, lei quanto ha dovuto farlo dopo l’incidente? Marquez:

«Sì, si può nel caso di debba fare i conti con una limitazione fisica. Ma per rendere al massimo devi guidare in modo naturale. In questi due anni con le limitazioni al braccio ho dovuto adeguarmi. Dovevo essere più “pulito”, ma ero meno efficace. Funzionava soltanto su alcuni circuiti. Il pilota deve adattarsi, ma arriva il punto in cui la moto va adattata al proprio stile perché tutto sia naturale».

Marquez ha già raccontato in passato che aveva pensato di ritirarsi.

«Sì, e mi viene ancora da piangere a pensarci. Ne avevo parlato per un mese con mio padre, con il mio amico-assistente Josè, era una delle possibilità. Ma essendo un atleta e una persona ambiziosa, ho cercato un’ultima chance. Con la quarta operazione al braccio destro».

Cosa non rifarebbe del Marquez prima?

«Mi sono pentito di alcune cose, ho imparato la lezione. Non ho rispettato l’infortunio. Si prendono decisioni rischiose: a volte vanno bene, altre male. È andata male. Il motociclismo è sempre stato “epico”, voleva i supereroi. Quante volte abbiamo visto piloti tornare in sella 24 ore dopo un intervento? Se va tutto bene si prendono applausi. Sennò, come nel mio caso nel quale ho scelto di tornare subito a correre, ti prendi le conseguenze. Ma sono stato anche sfortunato perché sono arrivate un’infezione e poi la rottura dell’omero. Non potevo fare nulla se non cercare di adattarmi».

Quindi alla fine si sente fortunato? Marquez:

«Sì, ho passato momenti duri, capita a tutti, ma resto un privilegiato. Vivo della mia passione». 

Valentino Rossi è stato il più grande rivale che ha affrontato?

«È stato parte della mia carriera, insieme a Jorge Lorenzo e Pedrosa con i quali abbiamo avuto bei duelli. La battaglia con lui però è stata di un’altra intensità, di una magnitudine molto grande. C’è stato un prima e un dopo fra noi». 

Se lo immagina un altro dopo: voi due seduti attorno a un tavolo a parlare, le piacerebbe? Marquez:

«Mai dire mai. Non succederà domani, ma magari fra 20-30 anni chissà…».

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