A El Pais: «La mia vita è cambiata molto. Quando tutto va bene non ti fermi a pensare, vai avanti per inerzia. Quando le cose vanno male hai il tempo per riflettere».
Su El Pais una lunga intervista a Marc Marquez. Un’intervista senza filtri, dice il pilota, cos’ si fa a 30 anni. Li ha compiuti venerdì scorso. Marquez fa il punto della sua stagione dopo l’infortunio e dice che dopo il calvario che è stato costretto a vivere, con le operazioni e gli episodi di diplopia, si sente di nuovo in forma fisicamente, «come se avessi 20 anni».
Cosa ti fa dubitare di più: il fisico o la moto? Marquez:
«In inverno la cosa che mi ha fatto dubitare di più era il fisico. Mi chiedevo se ce l’avrei fatta e quanto lontano sarei stato in grado di andare in inverno. Sono arrivato molto meglio del previsto a febbraio. Per quanto riguarda la moto, stiamo lavorando per renderla vincente».
Hai vissuto tante operazioni e una lunga riabilitazione: cosa compensa tutta la sofferenza? Marquez:
«La vita mi sta già compensando. Tutto questo deriva da un mio errore, da una precipitazione, e forse anche dalla sfortuna, ma viene compensato dal modo in cui sto tornando a vivere. Come voglio. Mi piace la mia passione, che è il mio lavoro. Il mio quotidiano è migliorato molto. Vivevo con un dolore costante. Solo prendere la borsa della spesa mi faceva male. Non mi succede più. Spero che un buon risultato finisca per compensarlo, ma quello che ho vissuto mi sta già ripagando perché sono maturato in un modo diverso».
Pensare di vincere la nona Coppa del Mondo è realistico?
«Sì, è realistico. Sto lavorando e mi allenerò con la mentalità di lottare per un Mondiale. Il mio obiettivo è vincere quest’anno. Vedremo se ci riuscirò. E se non lo farò non proverò frustrazione: se non puoi, non puoi».
Come è cambiata la tua vita al di là delle ferite? Marquez:
«La mia vita è cambiata molto. Quando tutto va bene non ti fermi a pensare, vai avanti per inerzia. Quando le cose vanno male hai il tempo per pensare, per riflettere, per vedere le altre cose».
Quanto risparmi sulle tasse trasferendoti da Barcellona a Madrid? Marquez:
«In questo momento la differenza c’è nell’imposta sul reddito personale, che è di cinque punti, penso. Ma non era questo il motivo. Se questo fosse stato l’obiettivo sarei andato a vivere in Andorra, che si trova a un’ora di auto da Cervera. Ho vissuto tutta la mia vita in Spagna, ho sempre pagato le tasse in Spagna. Sono venuto a vivere a Madrid per risparmiare tempo in viaggio e perché avevo bisogno di un cambiamento. Ero già stato a Madrid a causa dell’infortunio. Ho visto che non era così male. Che avrei potuto uscire dal mio nido e crearne un altro. Ed è quello che ho fatto».
Non è più il ragazzo con il sorriso perenne. Come ti hanno cambiato gli schiaffi degli ultimi anni? Marquez:
«Mi hanno fatto maturare ed essere più duro nel carattere. Più diretto. L’infortunio mi ha reso più forte».