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La lotta al “pezzotto” si allarga: per l’Agicom è complice anche chi spiega in rete come si fa

A Repubblica il commissario AgCom: “Chi pirata il calcio aiuta le mafie e penalizza i club. Inaccettabile che in rete ci siano i tutorial su come farsi il pezzotto”

La lotta al “pezzotto” si allarga: per l’Agicom è complice anche chi spiega in rete come si fa

Pagare un abbonamento illegale aiuta le mafie. Ci toglie 1,7 miliardi l’anno di Pil e 10 mila posti di lavoro. Infine, danneggia il club per cui tifi: perde soldi, è meno forte nelle Coppe, non può comprare campioni né investire nei giovani“. Poi Massimiliano Capitanio, commissario dell’AgCom, dice a Repubblica che chi usa il “pezzotto” “compie un reato, come se rubasse in un supermercato”.

Capitanio parla della lotta al calcio piratato, dice che oggi come oggi l’interruzione internet dei siti pirata è troppo lenta, e che nel prossimo futuro dalla segnalazione alla disconnessione ci vorrà una mezzoretta, “entro i primi 30 minuti della partita. L’oscuramento ha senso se è veloce, tempestivo“.

Il commissario non affronta il problema tecnologico della riproduzione legale di qualità e velocità peggiore di quella illegale. Ma Capitanio racconta una visione dell’anti-pirateria sempre più stringente. Perché – dice – non solo è illegale guardare una partita aggirando i diritti tv, ma invoca una “censura” della rete anche contro chi semplicemente fornisce le istruzioni su come fare… “Questo è inaccettabile. Oggi, se qualcuno cerca notizie sul bullismo, i motori di ricerca segnalano come una persona, una famiglia può difendersi da questa pratica odiosa. I motori non possono divulgare tutorial su come esercitare il bullismo. Lo stesso filtro dovrà funzionare per il calcio o i film. Auspico che la Rete avvisi chi cerca istruzioni per piratare: occhio, sarai complice di un reato“.

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