Zielinski è il 10 più evidente, ma c’è anche Kvara, il cui tacco assist a Francoforte è stato da 10. Persino Mario Rui e Di Lorenzo si infilano a giocare tra le linee

I 10 sono tornati. Dopo essere stati offuscati per tanto tempo dall’utilizzo del 4-4-2 o del 4-3-3, la Serie A riscopre l’utilità del trequartista. La Gazzetta dello Sport dedica una pagina al tema, riconducendo l’esplosione dei 10 all’utilizzo sempre più frequente del 3-4-2-1 da parte di molte squadre.
“La tattica ha ridato loro importanza. Sono sempre più numerose le squadre che adottano il 3-4-2-1. Un sistema di
gioco che costruisce un quadrilatero in mezzo al campo, con due mediani e due giocatori più avanzati, magari capaci anche di scambiarsi le posizioni”.
L’Atalanta ne ha diversi capaci di giocare in quelle posizioni. Li alterna come alterna 3-4-2-1 e 3-4-1-2, a seconda delle necessità. Sulla stessa linea, Mourinho ha progettato la Roma sull’inventiva di Pellegrini e Dybala. Ma i trequartisti si trovano anche in squadre che adottano altri moduli, come l’Inter, la Lazio e soprattutto il Napoli.
“L’Inter gioca con il 3-5-2 ma Calhanoglu e Mkhitaryan possono essere dei fantasisti. Come Luis Alberto nella Lazio o Bonaventura e Saponara nella Fiorentina. Entrambe giocano con il 4-3-3, quello dell’esempio massimo: il Napoli. Talmente dominante da averne tanti, di trequartisti. E anzi, forse proprio per questo dominante. Zielinski è quello più evidente: il polacco si alza tra le linee e arriva in area, mentre Anguissa, l’altra mezzala, gioca più vicino a Lobotka (ma pure lui sa giocare nei mezzi spazi). Ma che dire di Kvaratskhelia? Sì, parte da sinistra, ma si accentra, dribbla, inventa. Il tacco-assist a Francoforte non è forse da 10? Persino Mario Rui e Di Lorenzo sanno infilarsi a giocare tra le linee. Il massiccio utilizzo del trequartista ispira l’emulazione”.