Combattono in Ucraina. Il Messaggero racconta il lavoro degli inquirenti. Un blitz studiato per punire il gemellaggio con i Bad Blue Boys di Zagabria

Sono stati i mercenari serbi della Wagner – che combattono in Ucraina – a rubare lo striscione Fedayn della Roma. È la nuova pista della Digos.
Il Messaggero scrive che all’azione hanno partecipato
i mercenari serbi della Wagner combattenti in Ucraina e che abbiano sfruttato una licenza dal campo di battaglia per farsi letteralmente un giro in Italia con tappa nella Capitale e partecipare a ben altre guerriglie, quelle tra tifoserie calcistiche.
Gli inquirenti sono risaliti ai biglietti emessi da un’agenzia di viaggi del Donbass. Sono arrivati in Italia con la scusa di assistere alle partite di basket della Stella Rossa.
Una cinquantina di questi ha poi dirottato suRoma – altri avrebbero raggiunto gli amici gemellati del Napoli – per tendere la trappola ai Fedayn: vestiti di nero, con i volti coperti, guanti in lattice, armati di mazze, sassi e manganelli spagnoli, li hanno sorpresi e assaliti in piazza Mancini, il loro fortino, dopo il match con l’Empoli facendone finire due in ospedale con le teste spaccate. Come in una vera azione paramilitare.
L’obiettivo? Rubare le sacche contenenti gli stendardi e lo striscione dello storico gruppo ultrà della Curva Sud giallorossa, l’unico con orientamento politico lontano da posizioni ultranazionaliste. La “pezza” con la scritta Fedayn è stata poi bruciata, calpestata e ridotta in cenere il 17 febbraio allo stadio Rajko Mitic di Belgrado, durante la partita contro il Cukaicki. Poco più in là campeggiava lo striscione con la scritta in serbo: «Avete scelto la compagnia sbagliata», in riferimento al gemellaggio dei romanisti con i croati del Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria.
La convinzione iniziale che il furto fosse stato commissionato dagli ultrà del Napoli gemellati con quelli della Stella
Rossa come vendetta dopo gli scontri dell’8 gennaio sulla A1 con i romanisti all’altezza dell’area di servizio di Badia al Pino (Arezzo), pare lasciare piuttosto il passo all’ipotesi che si sia trattata di una iniziativa esclusiva dei serbi, gli unici tra l’altro
ad avere rivendicato il raid.