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A Napoli, per scaramanzia, non si osa dire “scudetto” ma la città è già tinta di azzurro (La Vanguardia)

Viaggio nella città dei preparativi. “L’ultima volta nacquero tutti bambini chiamati Diego, ora potrebbero chiamarsi Victor o Aurelio” 

A Napoli, per scaramanzia, non si osa dire “scudetto” ma la città è già tinta di azzurro (La Vanguardia)
People walk past a mural depicting (From L) late Argentinian football legend Diego Maradona, current Napoli's Georgian forward Khvicha Kvaratskhelia, and current Napoli's Nigerian forward Victor Osimhen, in the Forcella district on March 24, 2023 in Naples, as the city braces up for its potential first Scudetto championship win in 33 years. - An incredible 19 points clear at the top of Serie A, it's surely only a matter of time until southern Italy's biggest club win the Scudetto for the first time since 1990, when Diego Maradona was still strutting his stuff in sight of Mount Vesuvius. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

La Vanguardia scrive di Napoli che si prepara al molto probabile terzo scudetto della sua storia. Il popolo dei napoletani per scaramanzia ha paura di pronunciare la parola scudetto eppure ha tinto una città di azzurro. Il quotidiano spagnolo racconta l’atmosfera che si respira in città, riportando la voce dei napoletani. Che aspettano, tutti, fiduciosi del fatto che il titolo tanto desiderato stia per arrivare, finalmente, dopo 33 anni dall’ultima volta.

“Più di tre decenni dopo, Napoli trattiene il respiro. La squadra azzurra sta per conquistare il terzo scudetto della sua “.

“Ora il grande interrogativo non è più se vinceranno lo scudetto, ma quando”. 

C’è chi, tra i napoletani ascoltati da La Vanguardia, attribuisce a Maradona la guida dall’alto della squadra. Mentre agli angoli delle strade già si vendono le bandiere con i tre scudetti del Napoli.

“La superstizione dei napoletani è leggendaria. C’è ancora chi si rifiuta di pronunciare la parola scudetto, per non portarsi sfiga. Ma a poco a poco il Napoli sta superando le sue convinzioni. Le strade di Forcella si tingono completamente di blu. Nei Quartieri Spagnoli, dove ancora oggi c’è un murale dedicato a Maradona, un bar ha collocato figure di cartone a grandezza naturale della squadra mentre ‘La mano di Dio’ suona a tutto volume e alcuni studenti ballano con la birra in mano. Cominciano a filtrare i volti dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen e del georgiano Khvicha Kvaratskhelia (anche se qui, vista la difficoltà di pronunciare il nome, preferiscono paragonarlo a Diego e chiamarlo Kvaradona), i nuovi eroi della città campana. Gli altari urbani. Le carte dei giocatori sono state appese sulla facciata di un edificio. I tessuti per decorare le case sono venduti a 6,5 ​​euro per dieci metri. Anche corni, magliette da campioni e striscioni con due parole: “Grazie, ragazzi””.

Dopo l’ultimo scudetto, scrive La Vanguardia, ci fu un boom di nuovi nati a cui fu dato il nome di Diego.

“Ora potrebbero chiamarsi Victor, o Aurelio, dal nome di De Laurentiis (ADL), il presidente del club le cui figurine vengono addirittura vendute”. 

Dicono che in Puglia, Sicilia e Calabria, tutti tifano Napoli. C’è chi ha ordinato 33 torte con la N di Napoli per festeggiare lo scudetto, una per ogni anno senza titolo.

“Lo festeggeremo meglio che negli anni Ottanta”, giurano.

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