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Staffelli: «Il più rosicone tra i calciatori attapirati è stato Maldini, sia quando giocava che da dirigente» 

Al CorSera: «Prodi dopo la consegna me ne chiese un altro, ne voleva uno per entrambe le sue case. La mia faccia tosta? Le origini napoletane, quella è la ricetta». 

Staffelli: «Il più rosicone tra i calciatori attapirati è stato Maldini, sia quando giocava che da dirigente» 

Il Corriere della Sera intervista Valerio Staffelli, da ventisette edizioni corriere del Tapiro d’oro per Striscia la Notizia. Ha iniziato a consegnarli nel 1997. Il più difficile, dice, è stato quello a Balotelli.

«A Balotelli in Gran Bretagna. Già la guida a sinistra aveva capovolto le cose, poi lui andava alla velocità della luce con una macchina tutta mimetica, ogni volta che usciva dall’allenamento facevo delle corse pazze per raggiungerlo. Poi però riuscimmo a “premiarlo” in un ristorante cinese di Manchester. Ovviamente con rissa finale, ma non tanto con Mario e i suoi amici, quanto con i cinesi del locale che non avevano capito cosa stesse succedendo».

Sgarbi non prese bene la consegna, e aggredì Staffelli.

«Vittorio era una furia, me lo ruppe in testa provocandomi un trauma cranico. Poi un mese dopo lo rividi a Radio 24, mi abbracciò e mi disse che era per far spettacolo».

Tra i calciatori chi il più sportivo e chi il più rosicone nel riceverlo? Staffelli:

«Il più sportivo è stato Ibra, molto ironico. Il più simpatico senza dubbio Antonio Cassano. Il più rosicone Maldini sia da calciatore sia da ex».

E tra i cantanti?

«Gianni Morandi, sempre ironico e gentile; il più rosicone Grignani».

Qualcuno si propone per ricevere il Tapiro? Staffelli:

«La verità è che lo vorrebbero tutti. Una volta Prodi dopo la consegna mi chiese se poteva averne un altro: “Uno per la casa di Bologna e uno per quella di Roma”».

Staffelli racconta la sua adolescenza: nato a Milano e cresciuto a Sesto San Giovanni, a scuola non si applicava granché, preferiva far ridere i compagni. I suoi genitori cose le hanno insegnato?

«Mio padre era un commerciante di tessuti e mia madre di abbigliamento, avevano due negozi nella “Stalingrado d’Italia”. Hanno sempre incentivato la mia passione per il mondo dello spettacolo ed è stata proprio mia madre a dare il via alla mia carriera, quando a 14 anni mi presentò al proprietario di una radio privata. È iniziato tutto da lì»

Da dove le viene la faccia tosta?

«Dalle mie origini partenopee, sono mezzosangue napoletano, da parte di padre; quella è la ricetta».

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