ilNapolista

Repubblica riassume la situazione del calcio cinese “un pozzo di corruzione”

Il quotidiano analizza le accuse al Ct della Nazionale mandarina e i recenti scandali che hanno visto coinvolto la Cfa

Repubblica riassume la situazione del calcio cinese “un pozzo di corruzione”

La Repubblica fa il punto sulle indagini che vedono coinvolto l’ex Ct della Nazionale cinese Li Tie. Nelle indagini è emerso che anche il numero uno della Federcalcio cinese, Chen Xuyuan, è finito sott’inchiesta:

“Dopo mesi di indagini che hanno portato a novembre pure all’arresto dell’ex ct della nazionale, Li Tie, ora si è arrivati al pesce più grosso. Per “gravi violazioni della legge e della disciplina” (tradotto: per corruzione), è finito sotto inchiesta Chen Xuyuan, il numero uno della Cfa, la Federcalcio mandarina. L’uomo che qualche anno fa presentava direttamente al leader Xi Jinping i suoi grandiosi piani per riformare il calcio comunista e renderlo grande”.

Il 66enne Chen è il quarto alto dirigente a finire sotto inchiesta negli ultimi quattro mesi. Prima di lui era toccato a Liu Yi, ex segretario generale della Cfa, al suo vice Chen Yongliang e, appunto, a Li Tie, l’ex stella del calcio cinese che giocò pure in Premier League nell’Everton (il “David Beckham cinese”) diventato poi l’allenatore della nazionale maschile. A dicembre le autorità anticorruzione della provincia dello Hubei si erano portate via Zhang Lu, portiere della squadra di Shenzhen, ed ex compagno di squadra di Li.

Scrive il quotidiano italiano sulla corruzione che vige in Cina con molti membri del calcio condannati all’interdizione e tante partite truccate:

“Per decenni il calcio in Cina è stato un pozzo di corruzione, nonostante Xi Jinping abbia fatto della costruzione del programma calcistico una priorità per la nazione. Negli ultimi quattordici anni decine di funzionari, allenatori e arbitri sono stati puniti per partite truccate, tangenti. Due mesi fa alcuni membri di alto livello della più grande scuola calcio del Paese sono stati condannati all’interdizione a vita a seguito di alcune clamorose combine in una partita a Canton tra ragazzini di 15 anni. Sei persone sono state riconosciute colpevoli di partite truccate. Le ultime indagini sul boss della Cfa sono un altro brutto autogol”.

Il tutto non facilita ovviamente l’industria del calcio cinese, già in forte declino dopo i recenti fallimenti di alcune squadre della Serie A cinese:

“L’industria del pallone cinese sta affrontando un periodo difficile non soltanto per le inchieste per corruzione ma anche per lo scioglimento di diversi club professionistici a causa di problemi finanziari, in parte dovuti anche agli stadi chiusi per la pandemia. Negli ultimi quattro anni sono fallite altrettante squadre della China Super League, la massima serie del campionato mandarino. L’ultima a cadere è stata qualche settimana fa il Wuhan Yangtze River: dopo la retrocessione a causa della penalizzazione in classifica per una questione di stipendi non pagati è arrivato il fallimento. Dopo il Tianjin Tianhai, il Jiangsu Fc e il Chongqing Liangjiang Athletic, un’altra squadra che sparisce”.

 

ilnapolista © riproduzione riservata