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Caso City, Mancini aveva un contratto “parallelo” con Al Jazira per aggirare il fair play finanziario

Dai “leak” pubblicati dallo Spiegel: il ct nel 2009 veniva pagato due volte, una dal club come tecnico e una dalla tv come “consulente”

Caso City, Mancini aveva un contratto “parallelo” con Al Jazira per aggirare il fair play finanziario
Copyright: imago/BPI Roberto Mancini, Manager of Manchester City holds the Premier League Trophy

Il caso Manchester City riguarda direttamente anche Roberto Mancini. Tra le varie accuse di infrazione – oltre un centinaio – La Premier ha deferito il club anche perché avrebbe raddoppiato lo stipendio di Mancini utilizzando un contratto “segreto” stipulato direttamente con Abu Dhabi allo scopo di aggirare il fair play finanziario.

I “leak” pubblicati dallo Spiegel avevano infatti svelato che nel 2009, quando il ct della Nazionale allenava il City, aveva sottoscritto due contratti diversi: una parte del suo stipendio consisteva nell’importo previsto nel contratto ufficiale col City, un’altra – definita “più redditizia” – come consulente ad Abu Dhabi per Al Jazira, la tv anch’essa di proprietà dello sceicco Mansour. Le cifre sono: 1.45 milioni di sterline con il City e 1.75 milioni di sterline con Al Jazira.

Nel febbraio 2020, il City fu bandito dalla Champions League e multato di 25 milioni di sterline dopo che si era scoperto che aveva seriamente la Uefa e infranto le regole del fair play finanziario. Una clamorosa decisione poi revocata dal Tribunale Arbitrale dello Sport, che aveva anche ridotto la multa a 9 milioni di sterline.

È un’indagine questa che ritorna, dunque, dopo un primo parziale nulla di fatto. Sulla conclusione centrale della camera giudicante del Cfcb (l’organo di controllo finanziario sei club della Uefa) secondo cui la proprietà del City ad Abu Dhabi aveva mascherato i finanziamenti come sponsorizzazione indipendente da parte di società commerciali dello Stato, il Tas aveva rilevato che “la maggior parte delle presunte violazioni non sono state accertate o sono andate prescritte”. Secondo le regole della Premier League, invece, non ci sono restrizioni al periodo di tempo per indagare simili ipotesi di reato.

L’avvocato del City Simon Cliff aveva già spiegato – scrive il Daily Mail – che, piuttosto che accordarsi con la Uefa sulla questione del fair play finanziario, il presidente Khaldoon Al Mubarak “preferirebbe spendere 30 milioni di sterline per i migliori 50 avvocati del mondo per citarli in giudizio per i prossimi 10 anni”.

Di seguito il comunicato del Manchester City sulla questione:

“Il Manchester City FC è sorpreso dalla pubblicazione di queste presunte violazioni delle regole della Premier League, in particolare in considerazione dell’ampio impegno e della grande quantità di materiali dettagliati forniti alla Premier. Il Club accoglie con favore la revisione della questione da parte di una Commissione indipendente, per considerare in modo imparziale l’insieme completo di prove inconfutabili esistenti a sostegno della sua posizione. Pertanto, non vediamo l’ora che questa questione venga messa a tacere una volta per tutte”. 

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