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Anna Falchi: «Il tifo per la Lazio? Frutto di un equivoco. I colori mi ricordavano la Finlandia»

A La Verità: «Sono stata un po’ esibizionista. Ho giocato con il mio corpo: uno strumento bellissimo che non dura per sempre. Poi mi sono evoluta».

Anna Falchi: «Il tifo per la Lazio? Frutto di un equivoco. I colori mi ricordavano la Finlandia»

La Verità intervista Anna Falchi. Era dal 1995 che il Festival di Sanremo non faceva ascolti così alti. Allora, a condurre la kermesse, c’era Pippo Baudo con, appunto, Anna Falchi e Claudia Koll.

«Su quel palco Baudo mi lasciò una libertà inaspettata e mi diede popolarità, sì».

Lo sente ancora, Baudo? Anna Falchi:

«Abbiamo avuto modo di lavorare ancora insieme. E lo sostituii a Lunapark quando andò in Mediaset. Feci tre provini, per guadagnarmi quella sostituzione, a dire il vero. Fu una delle esperienze più belle della mia vita».

Anna Falchi parla della popolarità, un abito non sempre facile da indossare.

«L’unica cosa molto antipatica è quando mettono le mie foto con la sfilza dei miei “ex ”. Che se si chiamano “ex ”, appunto, hanno pure loro un’altra vita. Su certi giornali sembrano le figurine Panini. Come se gli altri non avessero un passato: lo ha solo Anna Falchi».

Racconta che la storia del tifo per la Lazio è frutto di un grande equivoco. E parla delle prestazioni della squadra di Sarri.

«A volte giochiamo bene, altre volte perdiamo la “cazzimma”, come dicono a Napoli. Per me Sarri è un idolo. Ma restiamo sempre nella parte alta della classifica, eh».

Com’è che una ragazza con sangue mezzo finlandese e mezzo romagnolo finisce per tifare la Lazio? Anna Falchi:

«Tutto nasce da un episodio da ridere, in camerino a Luna Park. Mio fratello Sauro mi disse che sarebbero arrivati per un’intervista quelli “dell’anzianità”. Invece aveva sentito male, erano lì per la “lazialità”. Mi ritrovai con indosso una bandiera. I colori mi piacevano perché ricordavano la Finlandia. E poi c’era l’aquila, e io mi chiamo Falchi. Ma Sauro è romanista dalla nascita, è stato uno smacco per lui».

Sulla sua fisicità, che l’ha aiutata in carriera, Anna Falchi dice:

«Forse una forma di esibizionismo, sì, ma non rinnegherò mai nulla di quel che ho fatto. Ho giocato con il mio corpo, anche: uno strumento bellissimo che non dura per sempre. Poi mi sono evoluta. Non mi reputo una persona con intelligenza sopra la media, anzi, ma ho saputo sfruttare le altre capacità che ho acquisito, mi sono migliorata».

Come si definirebbe?

«Posata. Nella vita quotidiana sono convenzionale, precisa e metodica. Una che ha saputo rimettersi in gioco».

Come quando finì il suo matrimonio, dopo il famoso scandalo finanziario…

«Non sono il tipo da piangersi addosso e guardare al passato. Ma a tutti gli effetti fu quello un grosso stop per la mia carriera. Ho ricominciato veramente da zero. Ma la vita è così. Sono come tutte le persone del mondo».

Non ha una colf?

«Figuriamoci, pulirebbe sul pulito. Sono una maniaca della pulizia. È questo il mio equilibrio mentale: non sto mai ferma».

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