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Al Milan basta la presenza di Ibra per vincere (Il Giornale)

Da quando Zlatan è tornato tra i convocati, col Torino, la squadra di Pioli ha inanellato quattro vittorie. La musica è cambiata 

Al Milan basta la presenza di Ibra per vincere (Il Giornale)
Mg Milano 26/02/2023 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Zlatan Ibrahimovic

Il Milan è tornato a vincere in Serie A da quando Ibrahimovic è tornato in panchina. Lo scrive Franco Ordine su Il Giornale. In pratica, basta la presenza di Ibra.

“Ibra è stato di parola. «Adesso torno e cambia la musica» promise qualche settimana fa prima di far tremare ancora una volta San Siro dalle fondamenta al suo riscaldamento e alla partecipazione finale della sfida con l’Atalanta chiusa dal sigillo di Messias. La musica del Milan è cambiata improvvisamente e dalle stecche del mese di gennaio è passato agli acuti del mese di febbraio, chiuso domenica notte con quel rotondo 2-0 sull’Atalanta disarmata e lasciata sei punti dietro”.

Ibra è tornato in attività e il percorso del Milan è cambiato.

“Dal giorno della sua prima convocazione, col Toro, il Milan ha infilato quattro successi consecutivi che sono di sicuro la conseguenza di altri virtuosi fattori (recupero di condizione fisica, rilancio di giovani reclute, cambio del sistema di gioco) ma la suggestione è molto grande e si combina perfettamente con le parole di Zlatan”.

“Più che i pochi minuti con l’Atalanta, scanditi da un nervosismo inedito per le abitudini del personaggio, è l’umore prodotto, combinato con il risultato convincente, ad aver restituito al Milan e al suo immediato futuro un fuoriclasse che sembrava piegato dagli acciacchi e dai tormenti post-operatorii”.  

Dopo la partita contro l’Atalanta, Ibra ha parlato così alla stampa:

«È stata una grande sofferenza. È dal Natale 2021 che non mi sentivo più in grado di fare quello che ero abituato a fare. Ho proseguito fino alla fine del campionato, dando il contributo che potevo. Adesso, però, mi sento bene e quando sto così sono ancora il più forte di tutti. Non toccavo il pallone da un anno e due mesi, ma oggi non sembrava. Se non metto obiettivi mi rilasso. Adesso voglio fare concorrenza ai miei colleghi di reparto e giocare. Non devo stare qua per quello che ho fatto, ma devo esserci. Se l’idea è quella di giocare solo gli ultimi 5-10’, è meglio che me ne stia a casa. Invece, devo giocare tutta la partita».

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