Nadal ha perso, s’è fatto male, la moglie piange. Eppure nemmeno questo sarà il suo addio
L'anno scorso vinse l'Australian Open con una finale epica, ora va via al secondo turno. Si fa male ma non smette, e quando accadrà non gli crederemo

Torino 20/11/2022 - tennis Atp / foto Imago/Image Sport nella foto: Rafael Nadal ONLY ITALY
L’anno scorso Rafa Nadal vinse una partita epica (quante partite “epiche” ha vinto Nadal in carriera?), battendo in finale Medvedev in cinque set quasi sovrannaturali. Vinse L’Australian Open che adesso lo saluta in lacrime, al secondo turno. Come si fa agli addii non previsti. E’ già fuori, ha perso in tre set contro lo statunitense Mackenzie McDonald, numero 65 del ranking, 6-4 6-4 7-5. Di questi un paio di set li ha persi davvero, sul terzo si è arrampicato da infortunato. Un muscolo dell’inguine, il trattamento del fisioterapista, la moglie in tribuna commossa. La fine ha atteso un’altra oretta appena, poi s’è manifestata.
Ovviamente Nadal non s’è ritirato. Ha onorato il campo e l’avversario. Ha 36 anni, e non sa più come catalogare i problemi fisici. C’è un manuale di anatomia patologica a suo nome, ormai. Solo che l’abbiamo già dato per pensionato troppe volte. E pochi mesi fa Nadal ha vinto, dopo l’Australian Open, anche il Roland Garros. A Roma aveva preso malissimo quel maledetto piede dolorante, poi ha trovato un’ennesima cura: la radiofrequenza. Non vince due partite di fila da settembre. Nel frattempo ha pure avuto un figlio. Eppure…
Ogni volta che lo salutiamo Nadal annuisce. E poi torna: si cura, si fa il mazzo, vince. Prima o poi smetterà, è nella natura dell’essere umano. Ma lui segue un percorso tutto suo ad oltranza. Il passo successivo è il nostro, riguarda la nostra incapacità di elaborare per tempo i lutti. E’ che gli crediamo sulla parola: non è finita vero? Raccontaci ancora di questa deformazione dello scafoide del tarso, è dal 2005 che ce l’hai, dopo 15 anni di solette ad hoc mica vorremo arrenderci ora?
«Quando inizi a pensare molto alla pensione stai già entrando in quella dinamica e io non sono a quel punto».
Siamo arrivati all’Australian Open del 2023 avendo perso la misura, la metrica della questione: Pete Sampras ha 50 anni, è geologicamente della stessa era, più o meno. Forse appena una generazione precedente. Ma essendosi ritirato nel 2002 (c’era già l’internet nel 2002? E la tv a colori?) dopo aver battuto nella finale degli US Open Andre Agassi, ce lo siamo appuntati mentalmente in una casa di riposo. Nadal è ancora sul campo. Ne esce male, e succede sempre più spesso. Prima o poi non rientrerà più. Come ha fatto già Federer quest’anno. Ma – chissà perché – stentiamo a credere che sia questo il momento. Non ce ne facciamo una ragione.