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Djokovic vince il torneo di Adelaide e fa segno: «Ho vinto con la testa»

È un atleta che ha un approccio olistico, cura ogni aspetto della sua preparazione. Anche i suoi allunghi sono studiati. Ha vinto il 92esimo titolo

Djokovic vince il torneo di Adelaide e fa segno: «Ho vinto con la testa»

Novak Djokovic è un grande atleta, non solo un grandissimo tennista. Uno di quegli atleti completi. Potremmo dire olistici, nel senso che il serbo è profondamente convinto che l’eccellenza delle prestazioni si raggiunga curando più aspetti, non soltanto quello tecnico che ovviamente è quasi un pre-requisito. Dopodiché, però, per primeggiare e soprattutto per restare tanti anni al vertice di una disciplina sportiva, in questo caso il tennis, la tecnica non basta. Né il talento, come ha spiegato qualche giorno fa Fabio Fognini.

Djokovic cura l’alimentazione, l’ha cambiata radicalmente, e cura l’aspetto mentale, la capacità di concentrarsi, di riuscire a trovare le energie mentale per invertire l’eventuale trend negativo di un match. Se vi capitasse di parlare con istruttori di ginnastica o di qualsiasi tipo di allenamento, vi indicherebbero il modo in cui Djokovic va incontro alla palla in allungo. È raro che il serbo colpisca la pallina in allungo esasperato, cerca sempre di arrivare con le gambe il più vicino possibile alla palla in modo da ridurre il rischio di infortuni. C’è un lavoro dietro tutto questo. Un lavoro complesso e sfibrante che rende l’idea del concetto di professionismo o se volete anche di azienda. Perché a questi livelli i tennisti sono vere e proprie aziende.

Oggi ad Adelaide, Australia, il serbo ha vinto il suo 92esimo torneo Atp (eguagliando Rafa Nadal) e ha sconfitto in finale in tre Sebastian Korda col punteggio di 67 76 64 dopo aver annullato nel secondo set un matchpoint al suo avversario figlio d’arte.

Al termine del match il serbo ha guardato fisso il suo angolo e ha avvicinato più volte il dito alla testa, come ha diro: si vince con la testa. Anche quando sembra che lui sia sul punto di perderla. È successo al termine del primo set quando ha cacciato dal campo suo fratello che era all’angolo: “vai fuori” gli ha intimato. Ha provato a farsi perdonare nel discorso finale quando lo ha citato. «Voglio ringraziare il mio team che sa come gestirmi e tollerarmi, c’era anche mio fratello che non vedo molto spesso».

Djokovic ha evitato polemiche. Lo scorso anno non gli fu consentito di giocare in Australia perché non era vaccinato. Gli accadrà tra qualche mese anche negli Stati Uniti.

La finale è stata molto avvincente ed equilibrata. Korda, 22 anni, americano, numero 33 del mondo, è uno dei tennisti per cui vale la pena attardarsi a guardarlo. Non è affatto noioso, interpreti di un gioco vario e di conseguenza spesso imprevedibile. Djokovic ha dominato il torneo, in semifinale ha battuto in due set Medvedev e nei quarti ha liquidato Shapovalov con identico punteggio: 6-3 6-4.

Tennis Djokovic

Ai ringraziamenti finali ha detto:

«Seb (Korda, ndr) hai disputato un grande torneo, oggi sei stato più vicino alla vittoria di me, la fortuna magari non ti ha aiutato ma continua a crescere, sei un giocatore fantastico.

Ho dato tutto e per tutta le settimana per essere in grado di vincere, ho ricevuto da voi un supporto che non credo di aver ricevuto troppe volte nella mia vita. Mi avete fatto sentire il benvenuto, è un momento speciale avere la benedizione dell’ambasciatore delle popolazioni indigene, grazie per la sua presenza e per diffondere la cultura del suo popolo. Ci vediamo l’anno prossimo.

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