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Simeone, quando un diritto di riscatto diventa un piacevole obbligo

Pedullà ha analizzato sulla Gazzetta i casi di Simeone (Napoli) e Milik (Juve), spiegando che i relativi riscatti saranno più che positivi per i due club

Simeone, quando un diritto di riscatto diventa un piacevole obbligo
Mg Cremona 09/10/2022 - campionato di calcio serie A / Cremonese-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giovanni Simeone

Alfredo Pedullà, esperto di calciomercato fa, sulla Gazzetta dello Sport, il punto di alcune trattative a metà che sono in pendenza nel campionato italiano. Si tratta dei diritti e obblighi di riscatto di alcuni calciatori che, talvolta, possono rivelarsi una vera mano santa per i club. Come il caso del Napoli e di Giovanni Simeone

Il Napoli era talmente convinto di prendere Giovanni Simeone che aveva pagato un prestito di 3 milioni, stabilendo che il diritto di riscatto sarebbe diventato un obbligo in caso di qualificazione Champions oppure di 20 gol in campionato. A quei tempi il Napoli non pensava di poter collezionare record e di staccare la concorrenza, ma di sicuro arrivare tra le prime quattro non era una previsione azzardata. Da qui la fiducia che ha subito riposto, impegnandosi a riscattare il figlio d’arte. Simeone ha fatto talmente bene da superare le aspettative più rosee: gioca da titolare, entra in corsa o resta in panchina, cambia nulla, sa stare al suo posto e onorare la nuova storia italiana della sua carriera. Ecco perché il Napoli lo riscatterebbe anche se fosse un semplice diritto: 12 milioni sono molto più che una cifra ragionevole, piuttosto un autentico affare.

Caso analogo e anche più interessante, quello di Arek Milik con la Juve

Un discorso che assomiglia molto è quello che coinvolge Arek Milik, sinceramente fatichiamo a capire come l’Olympique Marsiglia abbia messo una tariffa di appena 7 milioni più 2 di bonus. Un assist per la Juve, comunque vada la seconda parte della stagione e a prescindere dall’allenatore che sarà sulla panchina bianconera dal prossimo luglio. Milik è classe ‘94, vede la porta come pochi, ha una cifra inferiore a quella che dovrà sborsare il Napoli per Simeone, non vediamo come si possa decidere di non procedere. E anche in questo caso conta la predisposizione a calarsi nel ruolo: Arek vorrebbe giocare sempre, ma come il Cholito accetta con enorme professionalità qualsiasi scelta e quando tocca lui lascia spesso il segno.

 

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