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Gravina leggesse i regolamenti di controllo finanziario della Liga, prima di rispondere a Tebas

Mentre Gravina protegge la Juve e il sistema italiano, in Spagna approvano ulteriori strette all’economia dei club. Sono anni che fanno così, in Spagna

Gravina leggesse i regolamenti di controllo finanziario della Liga, prima di rispondere a Tebas
2021 archivio Image Sport / Calcio / Javier Tebas / foto Imago/Image Sport

La Commissione Delegati della Liga ha approvato nei giorni scorsi una serie molto articolata di nuovi regolamenti di controllo economico che entreranno in vigore per il prossimo mercato invernale. Leggerli, tecnicismi a parte, fa un po’ specie. Perché risuona ancora nelle orecchie la piccatissima risposta di Gravina a Tebas, il presidente della Liga che per primo ha azzannato la Juventus chiedendo ufficialmente alla Uefa esemplari sanzioni sportive per aver “frodato” il fair play economico, e non solo quello.

“Siamo sempre in contatto strettissimo con l’Uefa, alcune riflessioni e alcuni attacchi gratuiti da parte di chi dovrebbe guardare in casa sua sono fuori luogo. La Uefa è un organismo internazionale che è in stretto contatto con noi, aspettiamo i processi. Il calcio italiano vive un difficile periodo di rifondazione, di cui conosciamo tutti molto bene le criticità. Ma abbiamo dei progetti seri e siamo al lavoro per realizzarli”.

Nel mentre Gravina, che da anni annuncia a gran voce i “progetti seri” del calcio italiano, difende d’ufficio la Juventus, il campionato spagnolo è l’unico che ha presentato al governo un piano di contenimento delle spese, un tetto salariale, e una serie di pesi e contrappesi che limitano l’istinto predatorio dei club. Grazie a queste cinghie il Real Madrid non ha potuto fare mercato nell’estate del 2020 e ha potuto spendere solo 30 milioni nel 2021, per Camavinga. Il Barcellona sono anni che si dibatte per circumnavigare il controllo della Liga, ed è arrivato a vendersi gran parte degli asset per attivare le cosiddette “leve” che hanno consentito di fare mercato per scommettere (d’azzardo) sulle vittorie future. Il Barca ha dovuto abbattere il monte ingaggi della metà, per vedersi approvare i nuovi acquisti.

Gravina invece fa i conti in casa sua con club che si beano di aver “supercazzolato la Consob”, solo per citare una delle intercettazioni dell’inchiesta che attanaglia la Juve. E si permette il lusso di rinfacciare a Tebas il “pulpito” improprio.

Il Presidente della Federcalcio, il numero uno del calcio italiano, forse prima di rispondere per le rime a Tebas dovrebbe leggersi anche soltanto questo pezzo di Marca che spiega l’ennesima stretta finanziaria sui controlli ai club. La differenza tra i fatti e le chiacchiere.

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