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L’importanza di avere un centrale difensivo mancino

Uno studio di Espn ne ha sottolineato l’importanza (soprattutto col proliferare della difesa a tre). Luis Enrique li ha entrambi mancini. Il caso Bastoni

L’importanza di avere un centrale difensivo mancino
Mg Londra (Inghilterra) 06/07/2021 - Euro 2020 / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luis Enrique

Con le cessioni di Umtiti in prestito al Lecce e di Clément Lenglet al Tottenham, Xavi si è ritrovato senza centrali mancini affidabili nella rosa del Barcellona.

L’utilizzo dei mancini nella difesa

L’importanza di avere un centrale di piede sinistro, in un periodo nel quale ai difensori non viene più chiesto soltanto di difendere, ma anche di essere abili in fase di costruzione e conduzione palla, è stata evidenziata dall’articolo di Tor-Kristian Karlsen su ESPN. Come scritto dall’ex direttore sportivo del Monaco, a livello internazionale solo il «20% dei difensori sono naturalmente mancini».

Questo rende ancora più difficoltosa la ricerca di buoni centrali mancini o di prevalenza mancini (bisogna infatti distinguere dai mancini puri quei giocatori di piede destro, ma in grado di utilizzare correttamente anche il sinistro, come ad esempio Koulibaly).

Avere in difesa un giocatore che ha il piede forte nel sinistro è diventato ancora più utile ora che si stanno diffondendo versioni attive della difesa a tre, nella quale viene ordinato ai braccetti di accompagnare l’azione offensiva, spesso agendo non solo da costruttori, ma anche da invasori nella metà campo offensiva. È questo, ad esempio, quello che fa benissimo un elemento come Bastoni nella retroguardia dell’Inter di Simone Inzaghi.

Molte volte infatti il braccetto italiano si spinge nell’altra metà campo, svolgendo funzioni di incursore ben al di là dei compiti di costruzione e andando a formare una partnership con Çalhanoğlu e, quando c’era anche Ivan Perišić, andando a fare di quel lato di campo il lato forte della squadra interista.

L’importanza di Bastoni nel gioco dell’Inter è confermata da un dato fornito dal sito soccerment.com. Il nerazzurro è infatti il primo costruttore del campionato in termini di expected threat su passaggio, con un dato di 0.20. Gli expected threat (xT) misurano quanto un giocatore contribuisca alla probabilità che l’azione della sua squadra si tramuti in un gol.

In altre situazioni, avere un mancino come centrale di sinistra rende più facile giocate come quella che solitamente utilizza Vincenzo Italiano, vale a dire quella che crea una linea di passaggio diretta fra centrale di sinistra e lato destro del campo attraverso il passaggio di Igor ai laterali della Fiorentina.

Come Luis Enrique utilizza i suoi difensori

A rendere interessante il dibattito sui centrali mancini è stato recentemente Luis Enrique. Il tecnico della nazionale spagnola ha infatti schierato nell’ultimo europeo una coppia di centrali composta solo da mancini, vale a dire da Aymeric Laporte e Pau Torres.

Allorché la FIFA decise di cambiare la regola che riguardava la possibilità per un giocatore che avesse già giocato in una selezione nazionale di scendere in campo per un’altra, Luis Enrique spinse per la naturalizzazione di Laporte. Al tecnico asturiano non ha creato nessun problema schierare una coppia di centrali entrambi mancini. Se è usuale giocare con due destri, non è invece altrettanto comune mettere insieme due zurdos (mancino in spagnolo).

La principale critica rivolta ad uno schieramento di questo genere è la minore lateralità di un giocatore di piede sinistro rispetto ad un destro. Questo renderebbe problematica la sua collocazione come centrale difensivo di destra. In pratica, si tratta della stessa teoria che porta alcuni allenatori a preferire, in un centrocampo a tre, un play destro rispetto ad uno mancino.

È un argomento interessante, sul quale non c’è una scuola di pensiero corretta (come spesso accade nel calcio) e la cui risposta risiede nella maggior o minore efficacia di una soluzione rispetto ad un’altra, in base alla qualità degli elementi a disposizione.

I centrocampisti della Fiorentina

In teoria, una concezione del genere può valere anche per l’intero centrocampo. La Fiorentina di quest’anno, ad esempio, potrebbe teoricamente utilizzare insieme tre mediani mancini, allineando Mandragora come play e schierando poi ai suoi lati due fra
Antonín Barák, Youssef Maleh o Alfred Duncan.

La soluzione

Soluzioni nuove e forse audaci. Come nuova sarebbe l’idea di usare un mancino come laterale basso di destra. Una soluzione inversa (un destro a sinistra) non sarebbe una novità: Paolo Maldini e Andreas Brehme (o João Cancelo in tempi più recenti) lo hanno già mostrato al mondo con successo.

Perché invece non provare la strada opposta? Se volessimo utilizzare un falso terzino, cioè un elemento che poi in fase di sviluppo diventa una mezzala (come ha fatto Xavi con Sergi Roberto nella sfida di ritorno contro l’Inter in Champions) non sarebbe interessante posizionare un mancino da quel lato?

Se poi gli avversari dovessero utilizzare un esterno d’attacco di piede destro su quel lato di campo, allora il difensore mancino potrebbe affrontare i suoi tagli centrali lavorando sul proprio piede forte.

Gli attaccanti

E in attacco? In un 4-3-3 si possono vedere due esterni di piede destro, ma due mancini contemporaneamente in campo?  Insomma: c’è un limite al numero di giocatori di piede sinistro da poter vedere nell’undici di partenza?

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