L’ex ginnasta: «Pesavo 38 kg, ma per loro ero grassa. Ho detto basta per salvarmi»

Ilaria Barsacchi al CorSera: «Mi sentivo inadeguata. Speravo che le mestruazioni non mi venissero mai, vivevo male il mio corpo»

barsacchi ginnastica

I racconti di abusi e maltrattamenti delle ex ginnaste non si fermano. Oggi il Corriere della Sera intervista Ilaria Barsacchi. Oggi ha 22 anni e studia Lingue all’università. Dai 9 ai 16 anni ha dedicato la vita alla ginnastica, gareggiando in serie A. Poi tutto è diventato un tormento e ha deciso di lasciare.

«Non riuscivo più a convivere col peso di chi mi giudicava grassa e mi chiedeva di dimagrire. Il mio rapporto col
cibo stava diventando malato. Lì ho capito che l’unico modo per “salvarmi” era fare un passo indietro. E l’ho fatto».

Come accadeva a tante altre ginnaste, anche lei veniva pesata tutti i giorni. Racconta il rapporto con il suo corpo.

«Speravo che le prime mestruazioni non mi arrivassero mai. Vissi male il primo ciclo e la crescita del seno. Il mio
corpo stava cambiando, ma non lo accettavo. E il giudizio mi faceva male».

Quanto pesava?

«Circa 38 kg per 158 centimetri d’altezza, ma sembrava non fosse mai abbastanza. Sapevo di non essere grassa, ma ormai ero entrata nell’ottica di dover dimagrire. E per questo, con mia madre, sono andata anche da un nutrizionista».

Anche lei ha fatto uso di lassativi?

«Sì, di tanto in tanto, quando mi vedevo gonfia o mi sentivo grassa. Compravo anche delle pillole dall’erboristeria,
ma non servivano a nulla».

Il suo rapporto col cibo?

«Odio e amore. Ho attraversato la fase del controllo ossessivo della quantità di calorie di ciascun alimento. Poi c’era il periodo in cui mi abbuffavo ed ero travolta dai sensi di colpa. Ho provato anche a vomitare. Per fortuna non ci sono riuscita».

Questo la condizionava anche in allenamento e in gara? Barsacchi risponde:

«Non stavo più bene. Una volta avvertii un forte dolore al piede. Continuavano a ripetermi che il problema fosse il peso. Dopo una gara, la peggiore di sempre, arrivò la prova che non era così: frattura da stress del metatarso. A occhio nudo non si vedeva nulla, ma dopo una risonanza la diagnosi fu chiara. Provai una strana felicità: non era colpa mia, c’era un problema vero».

Come lo gestì?

«Mi fermai: avevo bisogno di terapie e riposo. Durante quello stop arrivò il primo ciclo mestruale. Quando ripresi
ad allenarmi si fermò. Tornò subito dopo aver smesso».

È allora che maturò la decisione di lasciare? La Barsacchi risponde:

«Sì, non ero più felice di fare qualcosa che avevo amato fino ad allora. Dal quel giorno, non ho voluto saperne più
nulla. Non ho allenato, non ho guardato più gare, niente. È un capitolo chiuso».

 

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