Lo scrive Il Giornale che si schiera contro l’addio: «La Ferrari va rinforzata non terremotata. E va ricostruito il rapporto con Leclerc»
La Ferrari vuole licenziare Binotto. Lo scrive sul Giornale Umberto Zapelloni che si schiera contro questa decisione.
Mattia Binotto deve sentirsi un po’ come quegli allenatori che hanno paura di non mangiare il panettone. Radio box, sintonizzata sulle frequenze di Maranello, manda un segnale forte e chiaro: la Ferrari potrebbe cambiare comandante appena arrivata in porto ad Abu Dhabi con il miglior risultato delle ultime stagioni. Pare che a Torino siano già partite le consultazioni con Frédéric Vasseur, il team principal della Sauber targata Alfa Romeo, il killer di Antonio Giovinazzi, in pole position come successore designato.
Per Zapelloni
Tagliare Binotto oggi sarebbe un errore clamoroso che lascerebbe la Ferrari senza guida tecnica con una macchina 2023 già ampiamente deliberata. Vorrebbe dire ripartire da zero o quasi. (…) La Ferrari va rinforzata non terremotata. Le basi per vincere con regolarità ci sono, bisogna solo completare il quadro, aggiungere competenze.
Zapelloni non nasconde i problemi tra Binotto e Leclerc.
Oggi la comunicazione tra il team principal e Leclerc è ai minimi termini. Bisogna ripartire da qui. Leclerc è un talento che non va disperso. Va fatto sentire al centro del programma cosa che con l’arrivo di Carlos Sainz si è un po’ affievolita. La faccia di Charles dopo la gara brasiliana era più significativa delle sue parole. Lui via radio non chiedeva solo il posto sul podio di Sainz, il suo era un messaggio molto più profondo.
Della precarietà di Binotto scrisse L’Equipe:
“Dal suo arrivo all’inizio del 2019 alla guida della Scuderia Ferrari in sostituzione di Maurizio Arrivabene, ogni anno la sua testa viene rimessa sul banco degli imputati. E ogni anno è riuscito a salvarla”.
“Binotto è sempre riuscito a sopravvivere agli arcani machiavellici che percorrono i corridoi di Mararanello”.
“I social network lo trasformano in un clown, la stampa italiana lo lincia. Tiene il timone, difendendosi da tutte le decisioni prese dalla Ferrari. Gli errori di strategia non sono uno di questi; i guasti del motore sono spiegati dal rischio che ogni concorrente deve correre. Binotto ha sempre la risposta a tutto. E questo modo di fare lo mantiene al suo posto”.